Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo.
L’obiettivo 12 dell’Agenda 2030 invita a riflettere su atteggiamenti sostenibili sia lato consumo sia lato produzione, per poter promuovere l’efficienza delle risorse e delle energie, le infrastrutture sostenibili, l’accesso a lavori dignitosi e ai servizi di base. Il fine ultimo è migliorare la qualità della vita di tutti, nessuno escluso.
Ogni anno un terzo del cibo prodotto (1,3 miliardi di tonnellate, pari a 1000 miliardi di dollari) viene sprecato e gettato via.
Se tutti usassero lampadine a risparmio energetico risparmieremmo ogni anno 120 miliardi.
Se la popolazione mondiale arrivasse a 9,6 miliardi entro il 2050, mantenendo l’attuale stile di vita, servirebbero 3 pianeti per soddisfare la domanda di risorse naturali.
Meno del 3% dell’acqua mondiale è potabile.
Più di 1 miliardo di persone non dispone di accesso all’acqua potabile, una risorsa talmente sfruttata da rischiare lo stress idrico mondiale.
L’uso dell’energia nei paesi dell’OCSE continuerà a crescere di un altro 35%.
Entro il 2020 si attende un aumento del 32% dei veicoli posseduti e un aumento del 40% dei chilometri percorsi.
Le famiglie consumano il 29% dell’energia globale e contribuiscono al 21% delle emissioni di CO2.
2 miliardi di persone nel mondo sono sovrappeso.
Il settore alimentare rappresenta il 30% del consumo totale di energia. E provoca il 22% delle emissioni di gas serra.
I traguardi da raggiungere entro il 2030
L’obiettivo 12 dell’Agenda 2030 prevede di attuare il Quadro Decennale di Programmi per il Consumo e la Produzione Sostenibili, rendendo entro il 2030 la gestione delle risorse naturali sostenibile ed efficiente, dimezzando lo spreco alimentare globale pro-capite, per quello che riguarda la vendita al dettaglio e dei consumatori, riducendo le perdite di cibo nella catena di produzione e in quella di fornitura.
Entro il 2020 l’obiettivo era quello di arrivare a una gestione eco-compatibile di sostanze chimiche e di tutti i rifiuti durante il loro intero ciclo di vita. Mentre entro il 2030 bisogna ridurre la produzione di rifiuti. Incoraggiando anche le imprese e il settore pubblico a seguire buone pratiche sostenibili.
Entro il 2030 garantire le giuste informazioni e la necessaria consapevolezza sullo sviluppo sostenibile a ogni persona nel mondo. Supportando i paesi in via di sviluppo nel settore della ricerca e della tecnologia, anche per quello che riguarda il turismo sostenibile.
Alessandro Sessa, direttore della rivista Altroconsumo
Il dottor Alessandro Sessa, laureato in Scienze Politiche all’Università degli Studi di Milano, è il direttore della rivista Altroconsumo dal 2018 ed è tra i fondatori dell’associazione Kolbe. Come direttore della rivista, punto di riferimento per i consumatori, ha preso il posto di Rossana Massarenti.
È giornalista professionista dal 1997: il praticantato lo ha fatto proprio nella redazione della rivista Soldi&Diritti di Altroconsumo. Nel corso della sua carriera giornalistica ha collaborato con molte testate su temi economici, come la rubrica Soldi del Corriere della Sera, ma anche per Avvenire.
I consumatori sono attori fondamentali per trainare nuove modalità di consumo
Consumare e produrre nel rispetto dell’ambiente. Questo è il problema prioritario. «Un problema non risolto» sottolinea Sessa, «ma l’emergenza Covid ha imposto un’accelerazione rispetto a comportamenti più virtuosi. I consumatori possono essere attori fondamentali nel trainare una nuova modalità di consumo».
Il direttore di Altroconsumo snocciola i dati delle inchieste portate avanti dalla sua rivista subito dopo il primo lockdown. «È emerso che il 41% dei consumatori ha dichiarato di aver adottato comportamenti più attenti riguardo alla spesa. Più attenzione nell’acquisto di alimenti veramente necessari, più attenzione nell’acquistare alimenti sfusi e non confezionati, più attenzione nel limitare gli sprechi alimentari a casa».
Anche nella scelta di acquisto di prodotti non alimentari prevale il criterio della sostenibilità. «Ad esempio sui detersivi il 60% del campione intervistato dichiara che la sostenibilità è tra i criteri fondamentali che spingono a fare un acquisto». E poi la richiesta di trasparenza. «I consumatori vogliono dati precisi e informazioni reali sulla provenienza dei prodotti. Questa sensibilità è fondamentale per spingere alla sostenibilità anche chi produce».
Sommersi da imballaggi e plastica
L’emergenza Covid-19 non ha incrementato soltanto l’utilizzo di mascherine monouso, ma con l’asporto e le ordinazioni a domicilio sono aumentati notevolmente anche imballaggi e contenitori di plastica. «Abbiamo ordinato una scheda microSD del peso di 50 grammi e l’abbiamo ricevuta insieme a un imballaggio 70 volte più pesante», prosegue Alessandro Sessa. «Sicuramente per molti prodotti ci sono precauzioni da prendere, ma di sicuro c’è anche un sovraccarico di imballaggio. L’emergenza sanitaria ci dà l’occasione di vivere in modo più sostenibile, ma dall’altro aumenta alcuni rifiuti causati da questo nuovo stile di vita. In questi casi il consumatore può fare davvero poco, ma già privilegiare l’uso di mascherine lavabili al posto di quelle usa e getta diminuirebbe l’impatto con l’ambiente».
Diverso il discorso per quanto riguarda la plastica. «La plastica viene spesso demonizzata, ma in realtà ha dei vantaggi», sottolinea Sessa. «