Le energie rinnovabili sono il futuro. L’umanità si è sempre comportata da predatrice nei confronti di una terra che mette a disposizione risorse che non sono infinite.
L’Earth Overshoot Day ci informa anno dopo anno sul giorno nel quale abbiamo consumato interamente le risorse prodotte dalla Terra in 365 giorni. E questo giorno arriva sempre prima. Se non cambiamo rotta, rischiamo davvero di non avere più un pianeta su cui vivere.
L’uso delle energie rinnovabili in Italia e in Europa
Nella UE si investe sempre più nella transizione energetica. Nel 2019 le rinnovabili hanno coperto il 19,7% dei consumi (dati Eurostat). Rispetto a 15 anni fa, la copertura è raddoppiata. 14 stati tra cui l’Italia hanno raggiunto gli obiettivi prefissati per il 2020. A condurre la classifica delle nazioni più lodevoli troviamo i paesi scandinavi: primo posto per la Svezia, che garantisce il 56,4% dei consumi coperti dalle energie green, seguita da Finlandia (43,1%), Lettonia (41,0%), Danimarca (37,2%) e Austria (33,6%). Fanno più fatica Lussemburgo, Malta, Olanda e Belgio.
L’Italia è al 18,2% e il trend è in crescita. Promosso il nostro paese, dove eolico e idrico rappresentano la spinta più importante del settore, mentre il solare cresce con rapidità. Siamo terzi nel vecchio continente per quello che riguarda il contributo delle green energy su consumi finali lordi e secondi per quello che concerne la produzione elettrica verde.
In attesa dei risultati del Green Deal, il quadro che emerge dall’Europa è confortante. L’Agenda 2030 dedica un obiettivo intero alle energie rinnovabili (Goal 7), come punto di partenza per sostenere uno sviluppo sostenibile che si prenda cura delle risorse terrestri. E proprio dall’Italia arriva una piccola grande rivoluzione che potrebbe aiutare a centrare i traguardi prefissati per il 2030.
Energie rinnovabili, la rivoluzione di una PMI innovativa
“GES, persone, valori e competenze per la rivoluzione green dell’energy storage Europeo”.
Il progetto di Green Energy Storage è nato nel 2015, a seguito dell’acquisizione dei diritti in esclusiva per l’Europa di un brevetto di Harvard. L’idea imprenditoriale dell’ing. Salvatore Pinto, presidente e fondatore dell’azienda, è quella di offrire una soluzione green per quanto riguarda lo storage dell’energia prodotta dalle molte fonti rinnovabili di cui disponiamo. Abbiamo, infatti, bisogno di batterie che possano immagazzinarla, offrendo una soluzione alternativa a quelle a litio, che comportano problematiche di sicurezza e di smaltimento molto importanti.
La società ha così messo a punto una batteria alternativa che permette di conservare l’energia prodotta principalmente dal solare e dall’eolico. Nella selezione delle varie tecnologie presenti del mondo, è stato individuato come punto di partenza questo brevetto che riguarda un sistema di accumulo semi-organico per le energie rinnovabili.
Il primo prototipo pre-commerciale sfruttava il chinone, una molecola organica che si acquisisce dal rabarbaro o da alcuni processi chimici dell’industria petrolifera. Oggi, però, la società sta andando oltre, per sviluppare una nuova generazione di batteria, la cui tecnologia sia protetta da brevetto.
Verrà utilizzata una nuova molecola che sarà completamente ecosostenibile e largamente disponibile, andando a risolvere il problema della sicurezza dell’approvvigionamento e, di conseguenza, riducendo il costo di produzione per rendere il prezzo finale per il cliente più competitivo.
Approvato dalla Commissione Europea il nuovo progetto
La società ha recentemente ricevuto l’approvazione da parte della Commissione Europea di un IPCE da 40 milioni di euro, che sta guidando la roadmap di ricerca per sviluppare un nuovo sistema dove la tecnologia di base rimane la stessa – batteria a flusso per lo storage di energia da fonti rinnovabili- ma l’innovazione, altamente disruptive, riguarda le componenti chiave che consentiranno di avere un prodotto più green, performante, con un costo più basso, più facilmente riciclabile e che sarà immesso sul mercato come tecnologia proprietaria. L’Italia partecipa a questo importante progetto con 12 imprese (Endurance, Enel X, Engitec, FCA Italy, Fiamm, Fluorsid Alkeemia, FPT Industrial, Italmatch Chemicals, Manz Italia, Midac, Solvay e Green Energy Storage).
Come funziona la batteria
La batteria a flusso, realizzata con queste componenti chimiche e con materiali volti a migliorare le performance, nonché a ridurre volumi e costi, può contare su una parte software che controlla il sistema e che, in futuro, sfrutterà l’intelligenza artificiale per fornire informazioni utili sulla manutenzione e sullo stato di utilizzo in tempo reale. La tecnologia utilizzata è ben nota, essendo stata sviluppata dalla Nasa alla fine degli anni settanta. Si basa su due moduli:
- Modulo potenza (espresso in kilowatt) denominato stack, composto da varie celle ognuna delle quali separate da una membrana.
- Modulo energia (espresso in kilowattora), che riguarda i contenitori degli elettroliti (anolita e catolita). Gli elettroliti, tramite l’utilizzo di pompe e tubazioni, circolano in ogni cella, provocando uno scambio cationico senza mai avere contatto diretto tra i due liquidi (grazie proprio alla funzione della membrana).
Ma in concreto come funziona? Prendiamo ad esempio un pannello solare, che, producendo energia durante il giorno carica la batteria con accumulo, mentre durante la notte avviene il rilascio dell’energia accumulata nella rete di casa, per poterla utilizzare per accendere le luci, far funzionare gli elettrodomestici, ricaricare i cellulari. Nel lungo termine, si possono ridurre notevolmente i costi energetici e facilitare l’utilizzo delle rinnovabili, fino a diventare potenzialmente indipendenti dalla rete.
Il prodotto, tecnicamente, si può usare in ambito domestico ed industriale, anche se i volumi della batteria la rendono più idonea a grandi edifici (condominio di grandi dimensioni oppure centro commerciale), ai parchi di eolico o fotovoltaico oppure nella fornitura dei cosiddetti servizi ancillari alla grid elettrica.
Una piccola grande rivoluzione che potrebbe incentivare sempre di più l’utilizzo delle energie rinnovabili, tramite un sistema di storage sicuro, efficace e totalmente green. Ma anche altamente sicuro, che supera i principali limiti che oggi la tecnologia a litio comporta. Un investimento a lungo termine che ripaga economicamente, visto che le batterie hanno un ciclo di vita molto lungo e garantiscono una elevata efficienza. Ma anche dal punto di vista ambientale, grazie al sistema dal basso impatto e grazie alla ricerca di un’azienda italiana che, partendo da un brevetto di Harvard, sta rivoluzionando il settore.