Tempo di lettura stimato: 3 minutiI giovani non amano più lo sport. O meglio, fanno fatica a seguire una partita nella quale magari non succede niente di eclatante o i fatti degni di nota sono talmente pochi da annoiarsi con facilità. Preferiscono aspettare gli highlight: il meglio concentrato in poco tempo.
Non esistono più i tifosi di una volta.
Generazioni a confronto: se per chi è nato prima del 1996 il tifo accende gli animi, soprattutto sugli spalti, ma anche a casa, per la Generazione Z la faccenda si fa più complicata. Anche a causa della scarsa concentrazione e della facilità ad annoiarsi che i nati tra il 1996 e il 2010 dimostrano di fronte a ogni attività.
Le nuove generazioni non sono fameliche di sport come le precedenti
Un‘indagine del 2020, condotta nel continente nord americano, ha svelato che il 53% degli appartenenti alla Generazione Z si dice appassionato di sport. Contro il 63% degli adulti e il 69% dei Millennial. Chi è nato tra il 1996 e il 2010 ha la metà delle probabilità di chi è nato tra il 1981 e il 1996 di seguire regolarmente un match sportivo in diretta. E il doppio delle probabilità di non guardarli mai. I più giovani si appassionano meno a una disciplina specifica rispetto a quanto accadeva in passato. Meno di un quarto di loro, poi, crede che sia importante seguire gli eventi sportivi live, mentre accadono.
Il bello della diretta e di assistere magari alle partite allo stadio svanisce. La televisione ha un po’ rovinato quella magia di ritrovarsi tutti insieme nello stesso luogo a tifare per la squadra o lo sportivo del cuore, anche intonando cori contro i supporter avversari, sempre nel rispetto del fair play, of course. Come i canali di streaming hanno un po’ intaccato il fascino del cinema, lo stesso i diritti televisivi per ogni sport hanno fatto con i match live, che seguiamo sempre più su schermi che diventano giorno dopo giorno più piccoli: dalla tv al tablet arrivando a guardare le partite di tanti sport sul telefonino, dove la spettacolarità delle azioni viene meno a causa delle ridotte dimensioni della visuale. E nulla a ha che spartire con il vivere le emozioni di uno sport direttamente “sul campo”.
I più giovani preferiscono i riassunti delle partite
Perché seguire, ad esempio, 90 minuti di partita di calcio, quando il giorno seguente si possono vedere tutte le azioni più salienti e più entusiasmanti negli highlight proposti da ogni emittente televisiva, raccontati sui siti internet o pubblicati sui social?
La Generazione Z si annoia facilmente e dover seguire tutto l’evento sportivo dal primo all’ultimo minuto è un sacrificio insormontabile. Meglio poter ottenere quando e come si vuole il riassunto, magari filtrato da qualcun altro, di quello che è stata la partita, piuttosto che seguire minuto dopo minuto una serie di eventi che sono preparatori a quelli clou, ma che non suscitano le stesse emozioni e la stessa attenzione degli highlight. Eppure se si è arrivati a quel momento è proprio grazie a tutte quelle azioni considerate noiose e inutili. Ma nell’era dei video virali quello che conta è la spettacolarità, il tutto e subito, non il mezzo (e la fatica) utilizzato per arrivare al grande show, non il making of.
Tutta la vita dovrebbe essere un highlight
Per la Generazione Z e quelle successive, in realtà, tutta l’esistenza dovrebbe ridursi a una serie di momenti topic da ricordare per sempre. Tralasciando tutto quello che si è costruito per arrivare a quegli avvenimenti. È una caratteristica che differenzia sempre più i giovani di oggi da quelli di ieri, che adesso sono ormai adulti. Il tutto e subito, non riuscire più ad aspettare per godersi il risultato delle cose fatte, annoiarsi facilmente, non essere capaci di concentrarsi.
L’attenzione è sempre minore. Nel 2019 la capacità di attenzione era di appena 9 secondi. Da allora, come sottolinea Repubblica nel suo approfondimento, probabilmente è diminuita. Se qualcosa non interessa subito, si passa altrove. Senza dargli una seconda possibilità, provare a vedere se magari qualcosa cambia.
Come coinvolgere nuovamente i giovani in una passione vecchia come il mondo? Zach Leonsis di Monumental Sports & Entertainment spiega che il segreto sta nell’accessibilità e nel coinvolgimento, ma non solo. È sempre più forte la necessità di individuare per ogni sport simboli viventi nei quali i ragazzi possono immedesimarsi, per appassionarsi definitivamente. Il mondo dello sport, ma anche ogni altro tipo di intrattenimento, è avvisato.