La panchina sparisce per far spazio ai tavolini all’aperto. Elegia alla tassa (sul suolo pubblico)

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Sabatino Ciocca
Sabatino Ciocca
Autore e regista. In attesa di defungere scrive su commissione, compreso il suo epitaffio. Pecunia non olet.
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Photo by Mitchell Luo on Unsplash
Andato quel mattino al solito luogo d’incontro con i soliti amici per la solita animata conversazione sui fatti del mondo, il signor Pinco non trovò più la panchina che accoglieva le loro assemblee. Vi trovò, in piedi, i suoi amici riuniti e vocianti come si fa tra uomini quando aspettano fuori di chiesa che la cerimonia abbia termine.
– E la panchina?
– L’hanno tolta.
– E quando?
S’ha da dire che quell’arredo urbano, dico la panchina, era stata posta ai bordi e ad inizio d’un largo marciapiedi della strada che mena al cimitero. Quella panchina, a seconda dell’ora, offriva riposo o diletto alla collettività che da quelle parti dimorava o che di lì passava. Al mattino presto ospitava gli affaticati dalle buste ricolme di frutta e verdura acquistate al vicino mercato; alle nove era il turno del signor Pinco e dei suoi amici che dopo il comune giornaliero cappuccino al bar di fronte, si sedevano a battagliare di politica e sport; a mezzodì toccava alla digestione di un paio di anziani; il dopo pranzo alla boccata di madrelingua delle badanti; a metà pomeriggio… Insomma quella panca assolveva egregiamente alla sua funzione sociale.
– Perfino una panchina dà fastidio in questa cazzo di città.
– Ma chi l’avrà fatta togliere?
– Io – si sentirono fucilare alle spalle.
Era il proprietario della pizzeria AL SOLITO POSTO le cui vetrine s’aprivano proprio sul marciapiede a guardare, fino alla sera prima, la poggiata dell’oggetto della disputa.
– E perché? – chiese Pinco nello sconcerto generale.
– Perché devo metterci I tavolini.
– E ce l’hai il permesso? – replicò Pinco che, tra le altre materie, masticava anche un poco di legge.
– Certamente.
– Ma li vogliamo aiutare o no ‘sti poveri commercianti? – si intromise un passante, ex assessore comunale -Vogliamo far ripartire o no l’economia? –
– Giusto – chiuse la difesa il venditore di pizze. E rivolto a Pinco – Scusa ma non potete continuare a chiacchierare seduti intorno ai miei ai tavolini? State anche più comodi.
– Si, ma saremmo costretti a ordinare.
– E ci mancherebbe! – obiettò il tenutario della pizzeria.
– E allora che aiuto alle attività commerciali sarebbe? – aggiunse l’ex assessore.
– Bene – chiuse  Pinco sarcastico – ora tassiamo anche le chiacchiere.
L’assembramento mestamente si sciolse.
– Da non credersi.
Scrollando increduli il capo, gli amici di seduta s’avviarono alla ricerca di un’altra panchina vergine dei loro quotidiani discorsi. A chiudere la fila, Pinco.
– Psss…psss.
– Dice a me? –
Il discreto richiamo era gettato da un anziano ma distinto signore (nelle novelle degli scrittori di provincia  sono d’uso comune queste immagini)  affacciato a una finestra del terzo piano del palazzo fronte pizzeria.
– Tranquillo. Passata questa emergenza covid vedrà che rimetteranno la tassa sull’occupazione di suolo pubblico. Questione di tempo e anche la panchina tornerà al suo posto.
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