Oggi per i bambini si parla di VaricellaParty (2018).
Ieri ai bambini si parlava con la divulgazione scientifica animata (1989).
Siamo fatti così o Esplorando il corpo umano (come aveva poi tradotto la DeAgostini), te lo ricordi?
Con il cartone animato abbiamo imparato le basi dell’anatomia umana, cosa sono i globuli rossi e bianchi, navigando fra le arterie, esplorando il DNA. 26 episodi che a partire dal 1989 in Italia hanno svolto un ruolo didattico importante, coadiuvando l’educazione scolastica sulla materie scientifiche, intervenendo a colmare eventuali lacune formative da parte dei genitori. Si è parlato anche di vaccini. Questa la puntata.
Oggi di vaccini se ne parla tanto. E non ai bambini e ai giovanissimi.
Tra il 2016 ed il 2017 il morbillo è cresciuto del 31% e l’incidenza della malattia è aumentata in 5 delle 6 regioni dell’Oms. Un’inversione di tendenza nella lotta alla malattia, che ha diverse ragioni.
E mentre il panorama è questo, con un rischio molto concreto di un’epidemia rapida di morbillo, negli Usa giovani minorenni non vaccinati cercano informazioni su internet per vaccinarsi da soli, senza farsi beccare dai genitori no vax. Ragazzi cresciuti a pane e internet, che passano al setaccio le informazioni e separano il pietrisco dall’oro. Perché comprendono che internet è un luogo dove si può trovare di tutto, ma in cui vanno distinti fonti e informazioni. Dove si necessita di spirito critico e non di teorie complottiste o schemi di polarizzazione.
La mamma del giovane Ethan continua a dirgli che i vaccini causano l’autismo. Lui sa perfettamente che è una fake news.
Lo scorso anno ha fatto molto discutere il Cicciobello col morbillo della Giochi Preziosi.
Il bambolotto ha puntini rossi sul viso e sulle braccia che, “come per magia”, indica la casa di giocattoli, spariranno strofinando salviettine e cerottini annessi alla confezioni e “utilizzando la cremina”. Apriti cielo.
Il virologo Roberto Burioni twitta: “Attendiamo il Cicciobello Linfomino e pure quello Meningitino. Mi chiedo chi siano questi geni che banalizzano malattie gravi senza rispetto per i malati e per i loro familiari.”
Fra i tanti, replica Selvaggia Lucarelli, rimarcando come “l’intera polemica sia una «discreta minchiata»”(Giornalettismo, 5 aprile 2018).
Intendiamoci: il dibattito non è sul fatto se i vaccini siano o no una minchiata.
Ma se lo sia pensare che un bambolotto possa banalizzare la malattia e non far credere che sia appunto solo un gioco.
Cicciobello bua, con termometro, siringa, sciroppo, vitamine e stetoscopio è una realtà dal 2007.
Diffusa anche in Gran Bretagna, Spagna, Sud Africa ed oltre venti altri paesi con il nome di Cicciobello Bobo.
Ma non era l’unico. A dare forma a questa volontà di creare bambolotti a grandezza naturale di neonato per permettere ai bambini di imparare attraverso il gioco a prendere confidenza con il ruolo di genitore, c’erano anche Angelo negro (ovvero un Cicciobello di colore), poi Cia-fiu-lin (pelle gialle ed occhi a mandorla), Cicciobello bua etcì, solo per citarne alcuni.