A 20 anni dalla Legge Sirchia, che ha vietato il fumo nei luoghi pubblici al chiuso, liberandoci dall’odore impregnante delle sigarette al bar o al ristorante, il ministero della Salute potrebbe porre nuovi divieti ai fumatori. Il divieto di fumo all’aperto potrebbe presto diventare realtà. Così, chi ha il vizio delle bionde, non potrà fumare né dentro né fuori dai locali pubblici o in strada, anche per preservare la salute di chi non fuma dai danni del fumo passivo.
Orazio Schillaci, ministro della Salute del governo di Giorgia Meloni, ha infatti anticipato che potrebbero essere estesi i divieti per chi fuma. Non solo non si potrà più fumare all’interno dei locali, come previsto dalla Legge Sirchia, ma nemmeno nei tavoli dei locali all’aperto e in nessun luogo pubblico non al chiuso, come ad esempio i parchi. Di fatto, è un’estensione dei divieti introdotti con la legge Sirchia del 2003. Al momento, però, è solo un’ipotesi proposta dal Ministero, sulla quale lavorare.
Divieto di fumo all’aperto, quali sono le ipotesi al vaglio del ministero
Orazio Schillaci, a capo del ministero della Salute, ha proposto un disegno di legge che, di fatto, allarga il divieto di fumare proposto dalla legge Sirchia, estendendolo anche in moltissimi luoghi all’aperto. Senza dimenticare il divieto assoluto di fumare vicino a minori o donne in dolce attesa (abitudine che dovrebbe essere dettata dal buon senso, visti i danni del fumo passivo soprattutto sui più fragili).
La norma vieterebbe anche ai locali di adibire spazi riservati ai fumatori al chiuso o di dare la possibilità a chi fuma di farlo nelle parti scoperte di bar e ristoranti. Però garantirebbe ai locali di poter disporre di ambienti all’aperto esclusivamente riservati ai fumatori, quindi posizionati lontano dagli altri clienti.
Tra le ipotesi contenute nel disegno di legge c’è anche il divieto di fumare nelle stazioni ferroviarie, alle fermate dei bus, agli sbarchi dei traghetti.
Secondo quanto trapelato sulla stampa nazionale in queste ore, inoltre, si potrebbe andare verso il divieto non solo delle sigarette industriali, di quelle fatte a mano, di sigari e di pipe. Ma anche di prodotti a tabacco riscaldato e delle sigarette elettroniche, anche se la maggioranza di governo si divide proprio sulla questione delle sigarette elettroniche.
Matteo Salvini ha chiesto di escludere dal divieto le sigarette elettroniche
Sappiamo che le sigarette elettroniche fanno male alla salute come le bionde tradizionali. Diversi studi scientifici lo dimostrano. Eppure c’è ancora chi sostiene il contrario. Come il ministro Matteo Salvini che, in merito al disegno di legge di Orazio Schillaci, non solo ha sostenuto che le elettroniche siano meno nocive per la salute di chi le fuma, ma anche che non dovrebbero essere contemplate nel divieto di fumo all’aperto.
Il Fatto Quotidiano ha infatti scoperto che la Lega di Salvini è stata finanziata proprio da un’azienda del settore, per un ammontare di 170mila euro (da quello che si legge nell’articolo sarebbe la Vaporart, produttore lombardo di liquidi aromatizzati, il cui socio Gianluca Giorgetti è anche vicepresidente dell’Associazione nazionale produttori fumo elettronico).
Proprio recentemente aveva fatto discutere anche la scelta del governo Meloni di escludere dal rincaro delle accise del 15 febbraio scorso le sigarette elettroniche, risparmiate da un aumento delle tasse a differenza di altri prodotti da fumo. Inoltre, il nuovo esecutivo ha tolto dalla finanziaria l’aumento progressivo delle imposte sul settore che invece era stato introdotto dal secondo governo Conte.
Il numero dei fumatori in Italia è aumentato
Come ricorda Fondazione Veronesi, commentando proprio le ultime notizie in merito al divieto di fumo all’aperto, il numero di fumatori in Italia è purtroppo aumentato negli ultimi tempi. Dopo anni di numeri sempre più o meno uguali, tra il 2020 e il 2022 per la prima volta il numero di fumatori è in salita. La percentuale è, infatti, cresciuta dal 22 al 24,2% della popolazione italiana.
Fondazione Veronesi ricorda che il fumo è la prima causa evitabile di malattia e di morti premature. Le stime parlano di più di 43mila vittime ogni anno in Italia, solo se si considerano i decessi per tumori fumo-correlati.
Un’indagine Doxa del 2016 ha rivelato che la maggior parte della popolazione era d’accordo a estendere il divieto di fumo alle aree esterne. Il 64,6% degli itali