Mettersi in gioco, è proprio il caso di dirlo, per difendere la natura, diventare più green, cercare di essere sostenibili in ogni propria azione. Come farlo? Semplicemente giocando ai videogame, grazie al progetto delle Nazioni Unite The Green Game Jam. Questa volta non bisogna soccorrere una principessa in difficoltà o recuperare un antico tesoro. In ballo c’è qualcosa di più importante: per vincere la partita, bisogna salvare la Terra.
Cos’è The Green Game Jam
The Green Game Jam è un progetto che riunisce le aziende di videogame più famose e anche i gamer di tutto il mondo.
Durante il Summit sul clima presso la sede delle Nazioni Unite a New York, è stata lanciata la Playing For The Planet Alliance, che coinvolge molte aziende produttrici di videogame per pc, console e anche fruibili online. I membri che hanno aderito al progetto, sostenuto dal Programma Ambiente delle Nazioni Unite con il supporto di GRID-Arendal e Playmob, si sono posti un obiettivo molto importante: raggiungere almeno un miliardo di giocatori di videogiochi per promuovere la sostenibilità.
Ogni membro di questa alleanza ha sottoscritto un patto per prendersi cura dell’ambiente, anche integrando i propri titoli con dettagli green che possono insegnare buone norme di comportamento in difesa della natura. Ma hanno anche siglato accordi per ridurre le emissioni e per dare un aiuto concreto all’Agenda 2030, tramite iniziative diverse, come piantare milioni di alberi e ridurre la plastica contenuta nei prodotti che vendono.
Miliardi di giocatori per vincere una partita importantissima: salvare la Terra
Ogni gioco ha una sua missione. Bisogna soccorrere principesse in difficoltà, liberare il mondo dal cattivo di turno, cercare di sopravvivere a fantasmi che ti danno la caccia, recuperare un tesoro che si pensava fosse solo una leggenda. Ma in questo caso lo scopo del gioco è ben più importante, perché riguarda salvare la Terra. Concretamente e realmente, non solo nella finzione.
Le grandi aziende del settore dei videogiochi hanno deciso di allearsi per sfruttare la potenza delle loro piattaforme per fare qualcosa di concreto per combattere la crisi climatica che stiamo vivendo. Anche attraverso una vera e propria “Jam session” di videogame green, che implementano nelle loro storie aspetti sostenibili, che possono diventare fonte di ispirazione per comportamenti amici della natura anche quando la console è spenta.
In particolare i temi su cui si sono concentrati per l’ultima Green Game Jam hanno riguardato la conservazione e il ripristino di foreste e oceani, con due campagne volte a garantire un impegno costante.
- Play4Forests promuove la conservazione e il ripristino delle foreste in aree come l’Amazzonia, il bacino del Congo e il sud-est asiatico.
- Glowing, Glowing Gone è invece la campagna per sostenere la difesa delle barriere coralline che ospitano un quarto di tutta la vita marina.
I produttori di videogame che hanno aderito al progetto dell’Onu hanno invitato la community di gamer sparsi per il mondo a diventare parte attiva delle campagne. E alla COP26 hanno presentato le petizioni scaturite per difendere il pianeta.
I risultati dell’edizione 2021 fanno ben sperare
Grazie a questa iniziativa, nel 2021, grazie ai 30 studi che hanno aderito a The Green Game Jam, le azioni concrete volte a salvare il pianeta dai cambiamenti climatici sono state molte. 266mila alberi piantati, 800mila dollari raccolti, 130 milioni di giocatori coinvolti sui temi della salvaguardia di oceani e foreste, con un sostegno forte e chiaro ai programmi di riforestazione e recupero delle Nazioni Unite.
Secondo gli impegni presi dai membri che hanno aderito a Playing for the Planet, il 60% ha promesso di diventare net zero/carbon negative entro il 2030. Mentre nuovi studios aderiscono al progetto, per una base di gamer raggiungibili che potrebbe superare anche il miliardo di persone.
Chi lo ha detto che i videogame non servono a nulla?