ChatGpt torna a funzionare in Italia: cos’è e come si usa

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Patrizia Chimera
Patrizia Chimera
Giornalista pubblicista di attualità e lifestyle. Spirito zen, curiosità innata, ama sempre mettere tutto in discussione
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ChatGpt
Foto di Tumisu da Pixabay

Dopo lo stop, il nuovo via libera. ChatGpt in Italia è tornato a funzionare, è di nuovo raggiungibile, dopo che il Garante aveva sollevato delle problematiche di privacy che oggi parrebbero, almeno in parte, risolte. Chi tentava di collegarsi dal nostro paese, infatti, non poteva più entrare nel chatbot. La scelta di rendere inaccessibile il sito non arrivava dal Garante, ma dalla stessa OpenAI che lo gestisce. E che oggi annuncia di aver cambiato alcuni parametri per proteggere i dati personali degli utenti.

Cos’è ChatGpt

ChatGpt è un chatbot, un software che risponde alle domande degli utenti e conversa con loro in modo quasi umano. La nuova tecnologia resa disponibile online e accessibile a tutti appartiene al campo dell’intelligenza artificiale generativa: si parte da comandi verbali o prompt per creare testi o stringhe di codice software o anche immagini, suoni e video.

Come funziona

L’accesso è gratuito, ma c’è anche una versione Plus che costa 20 dollari al mese, con alcuni benefici e vantaggi che, ovviamente, la variante base non ha. Tutti possono accedere. Quando diciamo accessibile a tutti, intendiamo proprio a tutti. Registrandosi al sito, infatti, bisogna inserire la data di nascita e confermare di essere o maggiorenni o di avere più di 13 anni e di avere il consenso dei genitori: una richiesta che si può aggirare semplicemente mentendo. E proprio uno di questi punti non è stato logicamente gradito dal Garante, che entro la fine del mese di maggio richiede un sistema per verificare l’effettiva età di chi si iscrive al servizio.

Dobbiamo ricordare che non è un motore di ricerca. Non è Google al quale chiediamo cose e dal quale ci attendiamo risposte. I chatbot sono nati per chiacchierare. Come faremmo con delle persone in carne ed ossa. Solo che ChatGpt non è reale, dobbiamo sempre ricordarci che è un’intelligenza artificiale.

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OpenAI
Foto di MOMO36H10 HH da Pixabay

ChatGpt in Italia, perché era irraggiungibile

OpenAI, circa un mese fa, aveva disposto un blocco in Italia all’utilizzo di ChatGpt, dopo che il Garante della privacy italiano aveva sollevato dubbi in merito al trattamento dei dati personali degli utenti, chiedendo un blocco temporaneo dello stesso per vederci chiaro. La sospensione del servizio è arrivata nella serata del 31 marzo, con le seguenti parole: “Abbiamo disabilitato ChatGPT per gli utenti in Italia secondo la richiesta del Garante italiano. Siamo impegnati a proteggere la privacy delle persone e riteniamo di aver rispettato il Gdpr e altre leggi sulla privacy”.

A rischio i dati personali degli utenti?

OpenAI ha sottolineato che l’azienda è impegnata a ridurre dati personali nell’addestramento dei nostri sistemi di Ai come ChatGPT, perché le AI devono imparare informazioni sul mondo, non rispetto a singole persone. “Crediamo che una regolamentazione sull’Ai sia necessaria, quindi intendiamo lavorare a stretto contatto con il garante ed educarli su come i nostri sistemi sono costruiti e utilizzati. I nostri utenti in Italia ci hanno fatto sapere che reputano ChatGPT utile per attività quotidiane e ci aspettiam