Il progetto Nüwa e le cinque città su Marte: entro il secolo la colonizzazione del pianeta rosso

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Raffaella Lobello
Raffaella Lobello
Laureanda in Ingegneria dei Materiali e delle Nanotecnologie. Amante dei viaggi e dell’astronomia, sogna di diventare una ricercatrice scientifica.
Tempo di lettura stimato: 2 minuti

Chi non si è mai chiesto, osservando il cielo, in che modo possa esserci vita oltre la Terra? A questa domanda ha risposto il team di architetti e designer della ABIBOO Studio mediante il progetto Nüwa. Si prevede la costruzione di cinque città autosufficienti e a misura d’uomo su Marte, tra cui la capitale Nüwa, a partire dal 2054.

https://abiboo.com/projects/nuwa/

Un progetto che guarda il futuro

Il team ha presentato il progetto durante la 23esima Convention annuale internazionale organizzata dalla Mars Society, tenutasi nell’ottobre del 2020. Nel febbraio del 2020, infatti, la Mars Society aveva avviato un concorso per il miglior piano di progettazione di una città su Marte. Nüwa si è classificato finalista, insieme ad altri 9, tra i 175 progetti presentati da tutto il mondo. Con un significato di buon auspicio, il nome Nüwa, secondo la mitologia cinese, è la divinità creatrice e protettrice degli esseri umani. Il piano prevede che ogni città ospiterà tra 200.000 e 250.000 persone, per un totale di un milione di abitanti. Verranno posizionate in punti strategici del Pianeta Rosso, in funzione di un migliore accesso all’acqua e di una confortevole conformazione del terreno. Una delle località selezionate potrebbe essere Tempe Mensa, una depressione geologica situata nella zona settentrionale del Pianeta.

Come cambierà la vita su Marte?

A causa della bassa pressione, gli edifici non potranno essere costruiti come sulla Terra, ma avranno uno sviluppo orizzontale. Dal momento che le radiazioni solari e gamma non consentiranno l’esposizione diretta al cielo, i collegamenti avverranno tramite una rete di gallerie e di ascensori ad alta velocità. La CO2 verrà convertita in O2 e le acque verranno trattate per diventare potabili. Ci saranno grandi aree destinate all’allevamento di animali e alle coltivazioni. I futuri abitanti di Marte potranno spostarsi da una città all’altra mediante veicoli elettrici pressurizzati, treni leggeri e autobus, inoltre potranno frequentare spazi artistici, aree verdi e giardini urbani. Ci sarà bisogno di mirati modelli economici, forme di governo e sistemi educativi da seguire, conformi al nuovo contesto.

https://abiboo.com/projects/nuwa/

Cooperazione tra le parti per un obiettivo comune

L’uomo sogna di raggiungere il Pianeta Rosso da circa 60 anni, ma oggi, grazie ad una perfetta cooperazione tra gli esperti e al trionfo della tecnologia suggellato dal volo di “ingenuity”, la corsa a Marte subisce un notevole slancio. Numerosi campi di studio sono entrati in gioco: dall’architettura all’astrofisica, dall’ingegneria spaziale alla chimica, dall’astrogeologia al design. L’obiettivo comune è quello di ricreare un’area urbana accessibile all’uomo. Secondo i più ottimisti i lavori potrebbero partire nel 2054 e concludersi entro il 2100. Lo sviluppo del progetto Nüwa procederà comunque di pari passo con le altre iniziative prese in ambito internazionale: dalle sonde cinese Tinwen-1 ed emiratina Hope ai viaggi interstellari di SpaceX, dal progetto MARSBOx alla missione NASA2020. Più si conoscerà ed analizzerà il nuovo Pianeta, in ogni suo singolo aspetto e sfaccettatura, più ci si potrà avvicinare alla sua colonizzazione.

WikiImages da Pixabay

Chi saranno i nuovi coloni?

Di fronte ad una tale opportunità sorge una domanda spontanea: chi potrà raggiungere e vivere su Marte? Sarà un privilegio concesso solo ad un élite composta magari da biologi, ingegneri e scienziati di ogni genere insieme a qualche multimiliardario? Le razze verranno tutte rappresentate? E sarà dato spazio alle religioni?

Forse è ancora affrettato rispondere, ma c’è una certezza: l’uomo dovrà imparare dagli errori commessi sulla Terra, dovrà essere in grado di preservare il territorio, solo dopo potrà colonizzarlo. Si tratta di una seconda chance, perciò i problemi creati sulla Terra non dovranno essere esportati su Marte. Si auspica ad un progresso, ad una vita migliore. Intanto però non resta che attendere e rimanere informati.

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