Dai gusci delle cozze, mattoni stampati e oggetti di eco design

In evidenza

Patrizia Chimera
Patrizia Chimera
Giornalista pubblicista di attualità e lifestyle. Spirito zen, curiosità innata, ama sempre mettere tutto in discussione
Tempo di lettura stimato: 3 minuti
gusci di cozze
Foto di Stefan Schweihofer da Pixabay

I gusci di cozze non sono più rifiuti da buttare via dopo aver assaporato questo frutto del mare davvero molto saporito, protagonista della cultura enogastronomica del nostro paese. Ci sono alcune start up che hanno dato vita a progetti di riuso davvero molto interessanti, per trasformare quelli che sono oggi considerati degli scarti in materie prime per nuovi oggetti. Come mattoni oppure arredi di design green da portare nelle nostre case.

Si tratta di progetti davvero molto interessanti, come ce ne sono tanti nel nostro paese. Piccole realtà, per grandi idee, volte tutte a rendere il nostro pianeta più sostenibile, recuperando tutto il possibile e trasformando i vecchi rifiuti in nuove opportunità. Perché alla fine tutto quello che buttiamo nei vari cassonetti della raccolta differenziata potrebbe tornare a nuova vita. Così da non sovraccaricare più il nostro amato pianeta con scarti che non riesce più a sopportare.

Come si smaltiscono i gusci delle cozze?

Le cozze sono uno dei prodotti d’allevamento più consumati nell’Unione Europea, seconde solo al salmone. La produzione arriva a coprire più del 35% di quella acquicola totale. Secondo i dati del documento Il mercato ittico dell’UE nell’edizione del 2020 di EUMOFA (Osservatorio europeo del mercato dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura), il consumo di questo frutto del mare è altissimo. Purtroppo, però, i gusci non si possono riciclare nell’umido: come quelli delle vongole, finiscono in discarica. Ogni anno sono circa 7 milioni di tonnellate di scarti non recuperabili, essendo composti al 90% di carbonato di calcio, quindi di natura inorganica, non compatibili con il compostaggio.

Un enorme spreco, considerando che il loro smaltimento avrebbe costi troppo elevati. Ma se si potessero recuperare, non sarebbe fantastico? Diverse start up in Italia provano a proporre progetti idonei a rendere un materiale di scarto, una materia prima utile per creare nuovi oggetti.

cozze

Da Taranto i mattoni stampati con i gusci delle cozze

Wast3D Shells è il progetto vincitore del premio Bluegreen climate change della Start Cup Puglia, ideato da ragazzi con età compresa tra i 25 e i 32 anni, originari della città pugliese di Taranto. La loro idea è tanto semplice quanto geniale: recuperare i gusci delle cozze per farli diventare prodotti utili nel settore dell’edilizia, sfruttando la stampante 3D.
Michele De Siati, Matteo Peluso e Angelo Iaia spiegano: «Abbiamo pensato a un simbolo della città, la cozza. Dopo averla mangiata, anziché far finire i gusci nell’organico, abbiamo ideato un processo produttivo che porta all’estrazione del carbonato di calcio, che viene additivato con un composto creando una sostanza per la macchinazione 3D».

In questo modo si potrà recuperare gran parte del guscio della cozza, trasformandolo in una materia prima personalizzabile e riutilizzabile. Il primo pensiero è andato alla bioedilizia. «Le cozze possono facilmente diventare mattoni forati o intere pareti, dipende solo dalla dimensione della stampante. In realtà non c’è limite alla fantasia, il materiale realizzato con i gusci di cozza può essere usato nel design per stampare di tutto: tavoli, sedie, piccoli oggetti».

Ecodesign con gusci di cozze riciclati

Dalla Sardegna, invece, arriva un altro interessante progetto per recuperare i gusci delle cozze, insieme ai rifiuti plastici della mitilicoltura. La fondazione sarda MedSea, gruppo no profit che promuove la salvaguardia e lo sviluppo sostenibile degli ecosistemi costieri, insieme all’azienda Nieddittas, che si occupa della filiera della mitilicoltura nel Golfo di Oristano, ha messo in pied