Amio, zio, boomer, cringe: il linguaggio degli adolescenti spiegato dall’Accademia della Crusca

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Patrizia Chimera
Patrizia Chimera
Giornalista pubblicista di attualità e lifestyle. Spirito zen, curiosità innata, ama sempre mettere tutto in discussione
Tempo di lettura stimato: 3 minuti
linguaggio degli adolescenti
Foto de Katsiaryna Endruszkiewicz en Unsplash

Dimmi come parli e ti dirò di che generazione sei. Sempre più spesso genitori, nonni, insegnanti, educatori non comprendono cosa dicono i ragazzi, perché il linguaggio degli adolescenti è in continua evoluzione, con neologismi che spesso sfuggono a chi ha qualche anno in più sulle spalle. Tra amio, zio, boomer, cringe, sono tante le parole di cui ignoriamo il significato, a meno di non vivere con dei teenager e consultare continuamente Google per capire a cosa fanno riferimento. L’Accademia della Crusca viene in nostro soccorso con un ebook tutto da scoprire.

Il linguaggio dei giovani, neologismi che le generazioni precedenti spesso non comprendono

I ragazzi parlano, noi li ascoltiamo, ma non sempre afferriamo tutto quello che dicono. Perché ogni generazione ha il suo slang, le sue parole simbolo, i suoi neologismi il cui significato spesso può sfuggire a chi non appartiene a quel gruppo. Il linguaggio giovanile è sempre in continua evoluzione, mutevole.
Oggi, secondo i linguisti, stiamo assistendo a una diffusione di termini che non sempre sono neologismi, ma parole prese in prestito da altri contesti che la Generazione Z adatta a nuovi significati. A differenza della Generazione X o dei Millennials che li hanno preceduti, i ragazzi di oggi coniano parole nuove con una frequenza minore rispetto a fratelli maggiori o genitori, preferendo usare ciò che già esiste, snaturando termini e significanti e mettendo in crisi, con il loro linguaggio verbale, chi li ha preceduti.

Parole prese in prestito dai social, dalla musica trap e dal mondo del gaming. Tanti gli anglismi, gli adattamenti di termini tecnici, le storpiature, i troncamenti, i tormentoni, gli stereotipi. Difficile riuscire a navigare in un mare che per gli over 25 potrebbe sembrare un incubo da affrontare. Per fortuna ci pensa la Crusca a guidarci per mano.

L'italiano e i giovani
Foto de Elevate en Unsplash

L’italiano e i giovani, un ebook per comprendere le parole dei ragazzi

Si intitola “L’italiano e i giovani” l’ebook curato dalla linguista Annalisa Nesi e pubblicato con goWare, con il contributo del ministero per gli Affari Esteri. Presentato in occasione della XXII Settimana della lingua italiana nel mondo, iniziata lo scorso 17 ottobre, ha un sottotitolo che è tutto un programma: “Come scusa? Non ti followo“.
L’ebook contiene tante parole diventate ormai comuni e popolari tra giovani e giovanissimi e con le quali i più grandicelli fanno fatica a stare al passo. Dalla A di Amio, la prima parola letta in corsivo da una tiktoker che ha fatto molto discutere con le sue lezioni online, alla Z di Zio, che non fa riferimento al fratello di tuo padre o di tua madre, ma ad ogni persona amica con cui si sta parlando. E poi ci sono anche boomer, per identificare gli appartenenti a una generazione precedente che sembra sempre così distante da quella attuale, o cringe, per definire qualcosa di terribilmente imbarazzante, trash…

vocabolario della Generazione Z,
Foto de Melany Rochester en Unsplash

Il vocabolario della Generazione Z, spiegato in modo semplice

Ecco dalla A alla Z, allora, le parole che non puoi non conoscere.

  • A di amio, anzi, di amÏo, una parola da leggere in corsivo che significa amore, divenuta un tormentone su TikTok.
  • B di Broski, più colloquiale di Bro, che significa fratello o amico.
  • C di Crush, significa avere una cotta per qualcuno.
  • D di Droppare, dal verbo inglese to drop che significa far cadere: viene usato quando esce ad esempio un film o per annunciare che non si segue più una serie tv, ad esempio.
  • E di Eskere, facciamolo o prendiamolo (derivazione da rap e trap americano).
  • F per Floppare, deriva da flop, fallimento.
  • G per Ghostare, dal termine inglese che significa fantasma, si usa quando qualcuno sparisce sui social o non risponde ai messaggi.
  • H come Hype, indica una grande aspettativa.
  • I come Illegale, per indicare che una persona è così bella da sembrare fuorilegge.
  • K per killare, dall’inglese to kill che significa uccidere: si usa quando si gioca a un videogame.
  • N di Nabbo o niubbo, che indica un giocatore inesperto.
  • P di Pieno, quando non se ne può più, o P di POV, point of view, collegati a video di successo su TikTok, quando qualcuno si immedesima in qualcun altro.
  • S di Spillare, significa criticare o svelare un segreto, mentre per chi ha qualche anno in più sulle spalle significa prelevare soldi a tradimento (o spillare una birra, anche).
  • T di Top, fantastico, meraviglioso, in riferimento a persone, cose, eventi…
  • Z di Zio, tipico slang del dialetto del Nord per indicare una persona di cui si ha stima. Potrebbe essere l’equivalente italiano di Bro o Broski.

Le avevi già sentite? E cosa pensavi significassero? In alcuni casi si tratta di termini che si usano in altri contesti, ma che i giovani stanno letteralmente stravolgendo. Chissà cosa potrebbe pensare di questa abitudine il buon vecchio Dante Alighieri.