Da sabato 3 a lunedì 5 aprile tutta l’Italia sarà in zona rossa. Ma già da oggi, e fino al 30 aprile, il Consiglio dei Ministri ha deciso che le zone gialle non ci sono più: sono diventate automaticamente arancione. Anche se si può sperare in qualche deroga a metà mese, davanti a un netto calo di contagi e a una percentuale alta di vaccinazioni. Inoltre, a parte la deroga per la visita ai parenti o agli amici nei tre giorni di festività pasquali, la restrizione resterà in vigore per tutto il mese. In poche parole, non saranno consentite visite se non in zona arancione, e in ogni caso solo una volta al giorno e solo nel comune di residenza. Confermato il coprifuoco dalle 22 alle 5. Contro il diffondersi del nuovo Coronavirus la guerra non ha ancora un orizzonte chiaro.
I colori delle Regioni: per 12 si parte con il rosso
Anche se il venerdì si continuerà a monitorare l’indice di contagio del Covid, le Regioni che dovrebbero restare in arancione sono Abruzzo, Basilicata, Lazio, Liguria, Molise, Provincia autonoma di Bolzano, Sardegna, Sicilia e Umbria. La Campania ha buone probabilità di passare da zona rossa ad arancione, ma comunque bisogna attendere i dati di domani. Le altre regioni dovranno attendere il 20 aprile, anche se Veneto, Marche e Provincia autonoma di Trento contano di avere dati “da arancione” già dal 13 aprile. Servono comunque due settimane di dati positivi per poter passare al colore arancione.
Riaprono le scuole anche in zona rossa
Anche in presenza di dati da zona gialla, per tutto il mese la regione interessata resterà in zona arancione. A parte l’ennesimo colpo alle speranze dei ristoratori (che potranno riaprire a pranzo solo in zona gialla, che non c’è più, e fare l’asporto fino alle ore 22), la novità del decreto del 31 marzo riguarda le scuole. Secondo quanto previsto dal nuovo decreto del presidente Mario Draghi (qui una sintesi nel comunicato stampa), da martedì 6 aprile gli studenti fino alla prima media torneranno alla scuola in presenza, di qualsiasi colore sia la loro regione o città. La disposizione, recita il testo, «non può essere derogata da provvedimenti dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome». In zona arancione le lezioni si terranno invece in presenza fino alla terza media e al 50% alle superiori. Restano chiusi musei, teatri e cinema, oltre che a piscine e palestre.
Disposizioni contro medici e farmacisti che non si vaccinano
Il nuovo decreto prevede anche «l’obbligo di vaccinarsi» per le gli «esercenti le professioni sanitarie e gli operatori di interesse sanitario che svolgono la loro attività nelle strutture sanitarie, sociosanitarie e socio-assistenziali, pubbliche e private, farmacie, parafarmacie e studi professionali». Su questo punto c’è lo zampino del ministro della Giustizia Marta Cartabia, che da ex presidente della Corte Costituzionale ha messo a frutto l’esperienza in tema di sentenze in campo sanitario e di limitazioni della libertà personale. Per gli operatori sanitari che rifiutano il vaccino è previsto il cambio di mansione, o la sospensione dello stipendio per un tempo congruo all’andamento della pandemia. Quando si raggiungerà l’immunizzazione di massa o si registrerà un calo importante della diffusione del virus, la sanzione verrebbe revocata. La sospensione durerà al massimo sino al 31 dicembre del 2021. Previsto anche lo “scudo penale” per i somministratori di vaccini che seguono le regole, limitando la punibilità in caso di morte del paziente ai soli casi di colpa grave.
Seconde case: regole restrittive dai Presidenti di Regione
Nel mese di aprile sarà sempre possibile raggiungere le seconde case, anche in zona rossa, a patto che non ci siano però ordinanze dei presidenti di Regione che impongono regole più restrittive. È il caso ad esempio di Campania Puglia e Liguria, che hanno posto per Pasqua il divieto non solo per i non residenti ma anche per i residenti. L’accesso alle seconde case per i non residenti è vietato in Valle d’Aosta, Alto Adige, Trentino, Toscana e Sardegna. In Sicilia si entra solo con tampone negativo effettuato 48 ore prima dell’arrivo. Per quanto riguarda i viaggi, l’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza, valida fino al 6 aprile, prevede che tutti coloro che hanno soggiornato o transitato nei 14 giorni antecedenti all’ingresso in Italia in uno o più Stati e territori dell’Ue, siano obbligati a sottoporsi alla sorveglianza sanitaria e ad un periodo di 5 giorni di quarantena.
In arrivo 3 milioni di vaccini
L’Italia ha quasi raggiunto il tetto dei 110.000 morti per Covid-19, mentre il numero delle vittime giornaliere è tornato a sfiorare il numero di 500. Purtroppo anche la percentuale dei contagi al 31 marzo ha fatto registrare un aumento dell’1,5% (del 5,3% il 30 marzo, del 6,8% il 31) e la variante inglese oramai è quella che colpisce otto contagiati su dieci. Dalla prossima settimana ci si attende un’accelerata sulla somministrazione dei vaccini: il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio punta a farne 500.000 al giorno, ma in diverse regioni i ritardi sono allarmanti. Nelle prossime ore saranno consegnati 1,3 milioni di vaccini Astrazeneca, e nei prossimi giorni altre dosi di Pfizer e Moderna porteranno la disponibilità totale a quasi 3 milioni di vaccini. Ed aumenterà – anche grazie alle farmacie e ai medici di base – il numero dei centri di somministrazione.
Fidarsi della scienza… e degli italiani?
I ritardi sono evidenti, visto che a quasi tre mesi dall’inizio della campagna vaccinale bisogna ancora somministrare il siero anti-Covid a moltissimi anziani e alle categorie più a rischio. Siamo a oltre 10 milioni di somministrazioni fatte e circa 2 milioni e mezzo di persone vaccinate con doppia dose: Istituto Superiore della Sanità e Ministero della Sanità non escludono una nuova somministrazione in autunno per i più anziani e per le categorie più esposte. I due giorni di festa in arrivo faranno crollare inesorabilmente la media delle vaccinazioni. Il governo Draghi ha piena fiducia nelle indicazioni degli scienziati e non sta sottovalutando il pericolo determinato dalla variante inglese, ma il mese di aprile sarà anche lo spartiacque per capire se ci si può fidare soprattutto del comportamento degli italiani. O se, come sta avvenendo in altri Paesi europei, ci meritiamo un nuovo, durissimo lockdown.
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