Dove finiscono le nostre vecchie auto?

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Redazione i404
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Ci sono vecchie auto che non hanno tempo. E che diventano oggetto di culto, il sogno segreto di ogni collezionista e di ogni appassionato di quattro ruote. Arrivando a valere una fortuna.
E ci sono vecchie auto che, invece, finiscono per essere accantonate. Perché ormai fuori tempo, rotte, troppo inquinanti. Non più utili sulle nostre strade.
Non tutte, però, vengono rottamate. Magari in cambio di incentivi che consentono di guidare mezzi più performanti e green. Ti sei mai chiesto dove finiscono le nostre vecchie auto?

auto vecchia
Photo by Adam Griffith on Unsplash

Quanto inquinano le auto d’epoca?

I modelli che hanno fatto la storia e che hanno la fortuna di non essere stati dimenticati in fondo a un garage, senza manutenzione o attenzioni per troppo tempo, possono avere la chance di diventare oggetto d’arte. Il collezionismo d’auto d’epoca e tutto quello che gira intorno a questo mondo vale moltissimo. Vecchie auto che arrivano a costare più di modelli ultra moderni e all’avanguardia. Proprio per il fascino che sprigionano da ogni pezzo della loro carrozzeria o del loro motore.

Si tratta sempre e comunque di modelli “anziani”. Che quindi nella maggior parte dei casi non rispettano gli attuali parametri volti a rendere sempre più green la mobilità su quattro ruote. Alberto Scuro, presidente dell’Asi, Associazione italiana di veicoli classici, sottolinea che l’impatto ambientale di auto e moto d’epoca è molto basso. Questo perché si tratta di mezzi rari, che circolano poco sulle nostre strade. Uno studio commissionato in collaborazione con l’ISS (Istituto Superiore di Sanità) vuole proprio indagare questo aspetto. Tenendo anche in considerazione che i trasporti stradali nella loro totalità emettono l’11% del PM 10 presente nell’aria. La percentuale prodotta da auto d’epoca è davvero molto limitata.
Non tutte le vecchie auto hanno la fortuna di diventare gioiellini da mostra. Tutte le altre, tutte quelle che non vengono rottamate, dove vanno a finire?

auto da rottamare
Photo by Hans Eiskonen on Unsplash

Le vecchie auto continuano a inquinare il mondo

Andando a rendere irrespirabile, ad esempio, l’aria delle grandi capitali dell’Africa. Visto che il 40% delle vecchie auto dismesse sono finite lì.
Si tratta di mezzi, spesso diesel, che noi non usiamo più. Complici anche i troppi blocchi sul traffico che impediscono a queste macchine di circolare. Auto pericolose sia per quello che riguarda gli standard minimi per l’inquinamento sia per la sicurezza di chi le guida o ci viaggia (l’Africa hai più alti tassi di mortalità stradale, con 240mila morti ogni anno).
Alcuni dei modelli che inviamo in Africa non hanno i sistemi anti inquinamento o altre componenti in dotazione, che sono stati magari tolti prima dell’esportazione. Mettendo a rischio tutti quanti.

Tra il 2015 e il 2018 dall’Europa, dagli Stati Uniti, dal Giappone 14 milioni di vecchie auto hanno preso la strada verso il Continente nero. L’Europa è al primo posto tra gli esportatori, con 7.5 milioni di veicoli inviati, tutti di bassissima qualità e altamente inquinanti. L’Olanda è uno dei principali punti di partenza di queste vecchie auto. 146 paesi nel mondo ricevono queste autovetture sorpassate. In Nigeria solo nel 2018 ne sono state mandate 240mila, il 16% di tutte quelle esportate.

auto inquinanti
Photo by elCarito on Unsplash

Basta all’esportazione di auto inquinanti

Inger Andersen, direttore esecutivo di Unep (UN Environment Programme), il programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, aveva chiesto al ricco occidente di smetterla di inviare auto altamente inquinanti nei paesi più poveri del mondo. Contribuendo così ad aumentare i livelli di inquinamento. E vanificando ogni sforzo per combattere la crisi climatica.

I paesi sviluppati devono smettere di esportare veicoli che non superano le ispezioni ambientali e di sicurezza e non sono più considerati idonei alla circolazione nei loro paesi, mentre i paesi importatori dovrebbero introdurre standard di qualità più elevati. Per raggiungere gli obiettivi climatici e di qualità dell’aria globali vanno bloccate queste esportazioni.

A febbraio i 15 ministri dei paesi che fanno parte dell’Economic Community of West African States (ECOWAS) si sono incontrati per fare il punto della situazione. E stabilire nuovi regolamenti da adottare nel 2021 per far circolare veicoli meno inquinanti e per utilizzare carburanti con un più basso impatto ambientale. Per il benessere non solo del continente nero. Ma di tutto il mondo. Perché la crisi climatica è globale. E l’inquinamento è una questione che non ha confini geografici.