Gli pneumatici si possono riciclare. Al 100%. Una notizia fantastica, non trovi? Ti sei mai chiesto cosa succede alle gomme della tua automobile, o della tua moto, o di quei grossi camion che vedi sfrecciare in autostrada, quando sono ormai finite e vengono cambiate?
Vengono semplicemente recuperate. E ci permettono di risparmiare molto. Anche dal punto di vista ambientale. Perché ogni oggetto può contare su una seconda possibilità di vita. Evitando di diventare un rifiuto ingombrante difficile da smaltire.
Gli pneumatici delle auto hanno una durata che non dovrebbe superare i 10 anni dalla fabbricazione (ma ogni anno dovremmo controllare il loro stato, ne va della nostra sicurezza: raramente si arriva a 10 anni!). In Italia nel 2016 le macchine in circolazione erano 37.857.238. Ognuna aveva 4 ruote. Quindi 151.428.952 ruote. E a questi numeri toccherebbe aggiungere anche quelli delle moto (6.603.521 in circolazione), degli autobus (97.738 mezzi), delle biciclette e dei camion (4.539.453), camper, roulotte e altri mezzi che circolano in Italia e che usano dei pneumatici. Il numero di pneumatici che circola per strada diventa impressionante.
Come si possono riciclare gli pneumatici?
Ovviamente non tutti i vecchi pneumatici vengono riciclati. C’è ancora chi li butta nelle discariche. Non considerando l’alto costo ambientale che una pratica di questo tipo può avere sul pianeta. Ma c’è chi sa che i PFU – Pneumatici Fuori Uso possono essere recuperati. Sempre e totalmente. Dare una nuova vita alle gomme è facile e ci sono tre metodi per poterlo fare.
Tramite la triturazione meccanica, che avviene attraverso quattro fasi (rimozione del tallone, triturazione con la riduzione in pezzi di 70×70 mm, granulazione, con la separazione delle parti in gomma da quelle in acciaio e in tessuto), micronizzazione, con la ripulitura dei granuli che diventano più piccoli.
Attraverso processi criogenici, che partono da una triturazione meccanica che poi porta a una triturazione criogenica tramite azoto liquido, che rende il materiale pronto per la polverizzazione.
Infine, tramite processi elettrotermici, con i quali si procede per triturazione meccanica, trattamento elettrotermico in forni a induzione magnetica, devulcanizzazione.
In questo modo si recupera il 40-60% del vecchio pneumatico. E il restante materiale viene usato per il recupero di energia. Ecopneus, principale associazione che si occupa del recupero di questi materiali, regolamentato dal decreto 152/2006, ci informa che dal 2011 a oggi sono state raccolte e recuperate 734.253 tonnellate di pneumatici usati. E questo rappresenta il 70% del mercato italiano di ricambio dei pneumatici. Ecotyre, invece, che nel 2013 ha raccolto 42.770 tonnellate di Pfu, chiede a tutti i cittadini di segnalare pneumatici abbandonati o discariche lasciate a sé stesse per intervenire tramite i progetti di recupero lanciati.
I vantaggi per l’ambiente sono molti. 477 mila tonnellate di CO2 evitate all’anno che equivalgono a 293mila auto che percorrono 10mila chilometri; 719 anni di vita conservati perché sostanze nocive e cancerogene non sono immesse nell’aria; un risparmio di 1,163 milioni di m3 di acqua; 1.066 milioni di tonnellate di risorse naturali fossili e minerali preservate.
Nuovi oggetti dalla gomma riciclata
Con tutto questo materiale recuperato possiamo dare vita a nuovi oggetti. I vecchi pneumatici possono diventare parte del fondo stradale per renderlo più sicuro, pavimentazione dei campi sportivi e piste di atletica, aree giochi, isolanti acustici anche a uso domestico e possono anche tornare a essere pneumatici, tutti nuovi però.
Il Primo Catalogo dei prodotti da PFU, che nasce dalla collaborazione tra Matrec ed Ecopneus, ci fornisce una panoramica panoramica di tutti gli utilizzi che si possono fare della gomma da PFU, che molto più di una risorsa è un materiale circolare. Il catalogo vuole essere il riferimento nazionale del settore per diffondere la conoscenza dei prodotti realizzati da PFU, i progetti e le applicazioni dei manufatti, per rivolgersi a designer, architetti e imprese per diffonderne l’utilizzo.
Vecchi pneumatici e idee imprenditoriali di successo
esosport, pavimentazioni per aree giochi e piste di atletica
esosport è il progetto della ESO Società Benefit che si occupa di raccolta e riciclo di copertoni, camere d’aria di biciclette e scarpe sportive, che vengono trasformati in pavimentazioni per parchi giochi e piste di atletica. Tutto è nato da un’idea di Nicolas Meletiou, managing director di ESO e sportivo appassionato. Con il suo progetto l’upcycling trova la sua massima espressione. Quello che è rifiuto torna a vivere, tramite le regole dell’Economia circolare, il modello economico che dovrebbe guidarci nel nostro futuro. Inoltre, tramite l’associazione GOGREEN – onlus il gruppo dona alle amministrazioni pubbliche materiale per la creazione di diversi progetti, come “Il Giardino di Betty”, parco giochi per bambini dedicato a Elisabetta Salvioni Meletiou e “La Pista di Pietro”, pista di atletica in ricordo di Pietro Mennea.
Borse e accessori alla moda
Alisea è un’azienda che proprio nel riciclo ha trovato la sua collocazione nel mercato. Dal 1994, quando di riciclo ancora si parlava poco. Processi innovativi, standard qualitativi molto alti, idee creative uniche. La gomma riciclata deriva al 90% dal recupero e dal riciclo degli pneumatici fuori uso di auto, camion e bus. Nella collezione diventano cartelle portadocumenti, svuotatasche, astucci e portachiavi. “In Italia ogni anno vengono scartati circa 5.000 tonnellate di pneumatici, per un volume di oltre 3 milioni di metri cubi, l’equivalente di 6 stadi San Siro colmi fino all’orlo”. Trovare una nuova destinazione è fondamentale, soprattutto a materiali come la gomma riciclata da pneumatici o da camere d’aria, che si trovano facilmente in giro.
La mobilità del futuro
Una start up siciliana, invece, ripensa la mobilità del futuro attraverso la gomma riciclata. Greenrail è l’azienda di Giovanni Maria De Lisi, che realizza traversine ferroviarie con plastica riciclata e polverino di gomma ottenuto proprio dal riciclo degli pneumatici. Cresciuto nell’azienda del padre, ha cominciato montando con le sue mani le traversine in calcestruzzo per le ferrovie. Nel 2012 l’idea di innovare il settore con un prodotto nuovo, sostenibile, in materiale riciclato e dal costo ridotto. Le prime sono già state testate in Emilia Romagna. Il futuro è già qui.