Il Bonus acqua potabile 2021 è un nuovo incentivo previsto dalla Legge di Bilancio e destinato a imprese, esercenti, enti del Terzo settore, enti religiosi, e cittadini privati per usufruire di una detrazione del 50% fino al 31 dicembre 2022 per quello che riguarda i consumi idrici.
La spesa massima che si può detrarre è di 1000 euro per le persone fisiche e di 5000 euro per tutti gli altri soggetti. Sono stati stanziati 5 milioni di euro all’anno e sarà l’Agenzia delle Entrate a calcolare il credito d’imposta delle domande.
Chi può richiedere il Bonus acqua potabile 2021
Il 16 giugno l’Agenzia delle Entrate ha dato il via libera a questo nuovo incentivo che mira a limitare l’uso della plastica e ad aumentare il risparmio idrico. Il riferimento è al provvedimento numero 153000 dell’Agenzia delle Entrate.
È rivolto ai cittadini privati che hanno la residenza in Italia, così come a imprese, enti, autonomi, per preservare questa preziosa risorsa ed evitare il ricorso alle bottigliette usa e getta.
Chi otterrà l’incentiva riceverà il bonus sotto forma di credito d’imposta, fino al 50%, per coprire le spese sostenute per acquistare e installare sistemi che possano migliorare la qualità dell’acqua che sgorga dai nostri rubinetti.
Sono contemplate le spese sostenute dal primo gennaio 2021 e fino al 31 dicembre 2022. La domanda si può presentare dal primo e fino al 28 febbraio dell’anno successivo a quello in cui si è fatta la spesa.
Come sottolineato in precedenza le persone fisiche potranno ricevere un rimborso massimo di 1000 euro, tutti gli altri richiedenti di 5000 euro.
I requisiti per fare la domanda
Per poter fare la domanda per questo bonus, non sono richiesti molti requisiti. Non sono previste soglie di reddito o ISEE da presentare. L’unico requisito è acquistare o installare sistemi per limitare il consumo dell’acqua, migliorare quella potabile che arriva nelle nostre case e nei nostri uffici e ridurre l’utilizzo di materiale plastico. Ed essere residenti in Italia.
Le spese sostenute devono essere documentate, conservando fatture elettroniche e documenti commerciali, che devono contenere il codice fiscale di chi richiede il credito. Il pagamento deve avvenire tramite mezzi postali o bancari e non con il contante per poter essere ammessi (vanno bene anche carta di credito e bancomat).