Decreto Sostegni, Draghi: «Prima risposta contro la povertà, previsto un secondo stanziamento»

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Redazione i404
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Dopo una lunga riunione durata l’intero pomeriggio, il consiglio dei ministri trova la quadra e approva il Decreto Sostegni: 32 miliardi a imprese, partite Iva, lavoro, reddito di cittadinanza, salute e sicurezza, istruzione e cultura. «Questo decreto è una risposta molto significativa alla povertà e al lavoro. È il massimo che abbiamo potuto fare all’interno di questo finanziamento di 32 miliardi di euro deciso a gennaio. Questo è un anno in cui non si chiedono soldi, si danno», ha sottolineato il presidente del Consiglio Mario Draghi.

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Sono le 20,02 quando Mario Draghi, insieme ai ministri dell’Economia e Finanze Daniele Franco e del Lavoro Andrea Orlando, si presenta davanti ai giornalisti per la conferenza stampa. «Siamo consapevoli che molto probabilmente si tratta di risposte parziali, e per questo abbiamo già previsto un secondo stanziamento in occasione della presentazione del Documento di economia e finanza», ha esordito il premier.

11 miliardi a imprese e lavoratori autonomi

Il «primo pilastro» dell’intervento, come lo ha definito il ministro Franco, riguarda il sostegno a imprese e partite Iva con un finanziamento di 11 miliardi di euro e due novità: l’abbandono dei codici Ateco e la velocità dei pagamenti. «Si tratta di soldi che entreranno nell’economia già nel mese di aprile, perché le richieste verranno soddisfatte a partire dall’8 aprile», ha sottolineato Draghi. Il ministro Franco ha quindi aggiunto che saranno 3 milioni i titolari di partita Iva che riceveranno un contributo a fondo perduto fino a 3.700 euro. Cinque le fasce di ristoro previste e basate sul fatturato 2019. Aumento di 1,5 miliardi del Fondo per l’esonero dei contributi previdenziali, oltre a un fondo specifico di 700 milioni di euro per il sostegno alla filiera della montagna, con una quota destinata ai maestri di sci.

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8 miliardi per lavoro e famiglia

Il «secondo pilastro» riguarda il sostegno ai lavoratori: 8 miliardi di euro per garantire il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali, ma anche per mantenere il blocco dei licenziamenti fino al 30 giugno per i lavoratori di aziende che dispongono di Cig ordinaria e straordinaria e fino al 31 ottobre per i lavoratori delle aziende coperte da strumenti in deroga. Sostegno anche ai lavoratori dell’agricoltura e, come specificato dal ministro Orlando, «previsti interventi e risorse per Ilva e trasporto aereo, lavoratori fragili e atipici. Indennità previste anche per i lavoratori del settore turismo, termale e spettacolo, mentre indennizzi di 1.200/1.600 euro sono previsti per i lavoratori dello sport». Previsto anche un fondo per i lavoratori autonomi e Naspi allargata anche a chi ha svolto meno di 30 giorni lavorativi. Rifinanziato con un miliardo il reddito di cittadinanza, più 1,5 miliardi per il reddito di emergenza esteso a tre nuove mensilità.

5 miliardi per salute e sicurezza

La quota principale dei 5 miliardi di euro destinati a questo capitolo, ovvero 2,1 miliardi, servirà ad acquistare i vaccini anti-Covid, 700 milioni per i farmaci anti-Covid. il resto delle risorse servirà al commissario straordinario generale Figliuolo per far funzionare la macchina della logistica, a programmare la produzione di vaccini in Italia e a pagare il coinvolgimento di farmacie e medici di base. 50 milioni aggiuntivi sono destinati agli ospedali Covid.

Enti decentrati, scuola e ricerca

Sostegno anche a Comuni, Province Autonome, Province e Regioni. Un miliardo e 260 milioni andrà a ristoro delle minori entrate, e 250 milioni unicamente come ristoro per le mancate entrate della tassa di soggiorno. 800 milioni serviranno a coprire le perdite del trasporto pubblico locale. Rinviati i termini per la presentazione dei bilanci comunali. Per quanto riguarda scuola, università e ricerca, 150 milioni vanno in aggiunta per lo svolgimento delle attività extra curriculari, e altri 150 milioni al Fondo per il funzionamento e la sicurezza delle scuole.

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Cancellate le cartelle esattoriali fino a 5.000 euro

Tra le misure fiscali, la più importante riguarda la cancellazione delle cartelle esattoriali fino a 5.000 euro relative al periodo che va dal 2000 al 2010, per soggetti con reddito inferiore ai 30.000 euro all’anno. Prevista anche una definizione agevolata degli avvisi bonari sui periodi di imposta 2017 e 2018 per i contribuenti che hanno subito un calo del volume di affari di almeno il 30% rispetto al 2019.

La soddisfazione del ministro alla cultura

Soddisfatto del provvedimento che introduce nuove misure in favore della cultura il ministro Dario Franceschini. Con oltre 200 milioni di euro – recita la nota diffusa dal Mic – verrà devoluta una indennità straordinaria di 2.400 euro per tutti i lavoratori dello spettacolo, con una platea di beneficiari allargata. Oltre agli artisti e maestranze con almeno sette giornate lavorative e un reddito inferiore ai 35.000 euro, saranno interessati anche coloro che, con almeno trenta giornate lavorative, abbiano un reddito inferiore ai 75.000 euro, a differenza delle precedenti erogazioni in cui il reddito massimo ammesso a contributo non doveva superare i 50.000 euro. Inoltre 400 milioni di euro andranno ad alimentare i fondi di emergenza esistenti, secondo questa ripartizione: 80 milioni di euro al sostegno dei musei statali, 200 milioni di euro al fondo di parte corrente per il sostegno del cinema e dello spettacolo e 120 milioni di euro al fondo per il sostegno delle imprese e delle istituzioni culturali. Queste risorse potranno fornire ulteriore sostegno a operatori e lavoratori di questi settori. È stata poi prorogata fino al 31 dicembre 2021 la sospensione delle procedure autorizzative da parte delle Soprintendenze per tavolini di bar, caffetterie e attività di ristorazione.

«Pronto a vaccinarmi con AstraZeneca»

Alla domanda di un giornalista se fosse sua la responsabilità del blocco della vaccinazione con il vaccino AstraZeneca, il premier ha risposto che davanti alla decisione dell’agenzia europea del farmaco Ema di esaminare il siero dopo alcuni episodi di mortalità, non poteva comportarsi diversamente. E che comunque il numero di vaccinazioni nei giorni di fermo non ha avuto un crollo drastico, ma facilmente recuperabile. Draghi inoltre ha assicurato che, con tutti i centri vaccinali in attività, e con il supporto di farmacie e medici di base, si potrà passare dalle circa 65.000 somministrazioni al giorno a 500.000 vaccinazioni al giorno. «Sono in attesa di essere vaccinato anche io, e non ho alcun problema a farmi iniettare il vaccino AstraZeneca. Anche mio figlio lo ha già fatto a Londra».

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