Il 25 settembre gli italiani saranno chiamati alle urne per le Elezioni politiche 2022. Dovremo eleggere il nostro nuovo Governo, in un momento storico non proprio facile da affrontare. La guerra in Ucraina continua, i costi di materie prima, energia elettrica e gas sono alle stelle, le famiglie italiane sono allo stremo. E, come se non bastasse, i cambiamenti climatici ci presentano un conto tragico da pagare, non solo in termini economici, ma anche di vite umane: l’alluvione nelle Marche è solo l’ultimo evento che dovrebbe farci riflettere su quanto l’emergenza climatica sia di stretta priorità.
La questione ecologica dovrebbe essere in cima alle “promesse elettorali” di partiti e candidati che chiedono la nostra fiducia. Ma quanto è davvero presente nei programmi presentati in queste settimane dalle diverse fazioni?
Elezioni politiche 2022: i programmi elettorali legati all’ambiente
La crisi energetica è presente nei programmi
È l’argomento più attuale, perché le famiglie non riescono ad arrivare alla fine del mese e temono di non riuscire a pagare le bollette, mentre gli imprenditori rischiano di chiudere perché sono in grado di rimanere dentro i costi visti i rincari energetici. Partiti, coalizioni e candidati spesso si sono soffermati sulla questione in campagna elettorale.
Per quello che riguarda, ad esempio, la questione del gas, il Centrodestra chiede indipendenza energetica. E per raggiungerla invoca trivellazioni sul suolo italiano e rigassificatori, come richiesto da Fratelli d’Italia. Si invoca anche un price cap europeo e un ritorno negli investimenti nella ricerca nucleare: contro il nucleare si schiera invece compatto il centrosinistra.
Anche il Partito Democratico punta sui rigassificatori e sul price cap, ma per il PD si tratta di soluzioni non definitive, ma di emergenza. Stessa posizione per Matteo Renzi e Carlo Calenda, a capo del cosiddetto terzo polo che si è creato: anche loro propongono nuove trivellazioni.
Contro tutto questo l’Alleanza Sinistra-Verdi e il Movimento 5 Stelle che spingono invece sull’efficientamento energetico degli edifici italiani.
Energie rinnovabili e programmi elettorali
Tutti sono concordi nel dire che il futuro è rinnovabile per la produzione di energia elettrica. Per il Centrodestra l’incremento è più modesto e si punta soprattutto a rendere più facile tutto il procedimento, oggi troppo macchinoso, per poter creare impianti di energia rinnovabile. Per il PD l’obiettivo è quello di raggiungere entro il 2030 85 Gw aggiuntivi di rinnovabili.
Crisi idrica
Centrodestra, Alleanza Sinistra-Verdi e Terzo Polo parlano di soluzioni per rendere più efficiente la rete idrica, con Calenda e Renzi che propongono anche impianti di irrigazione a basso consumo e il riuso delle acque. Il PD propone ipotetiche leggi sul consumo del suolo e piani nazionali contro la siccità e il dissesto idrogeologico. Contro il dissesto idrogeologico troviamo punti anche nei programmi del Centrodestra e del M5S.
Mobilità sostenibile
Per il Centrodestra questa importante voce è riportata solo quando si parla di incentivare l’uso del trasporto pubblico, mentre per il centrosinistra la questione è più seria. Si parla di aumentare la mole di merci che viaggia su rotaia e su navi, per ridurre il trasporto su gomma, allineandosi così alla media europea, dalla quale l’Italia è lontana anni luce. Si ipotizza anche un miglioramento della rete ferroviaria, nazionale e locale, senza dimenticare il ricorso a una mobilità elettrica, aumentando i punti di ricarica, senza tralasciare la mobilità ciclabile e pedonale, per liberare le città dalle auto.
Nei programmi elettorali si parla poco e male di ambiente
Ecco Climate, think tank indipendente, leggendo tutti i programmi elettorali ha sottolineato come i progetti per contrastare l’emergenza climatica che stiamo affrontando siano pochi. «Su emissioni, leggi e partecipazione emerge un approccio diffuso debole e confuso. Sulle emissioni mancano indicazioni su un obiettivo specifico nazionale al 2030 nonostante il richiamo per lo più a quello europeo. Ad esclusione dei Verdi-SI, nessuna forza politica ha obiettivi più ambizioni di quelli Europei. Mancano totalmente soluzioni per equipaggiare la pubblica amministrazione per la sfida climatica e programmare l’utilizzo di strumenti di partecipazione innovativi o l’adozione di princìpi come l’equità intergenerazionale».
Ancora una volta, la giustizia climatica non interessa ai politici, nemmeno in occasione delle Elezioni politiche 2022. Ma quanto interessa, invece, agli elettori? Per gli elettori tra i 18 e 24 anni è il secondo punto d’agenda, mentre il 34% dei nati prima del 1997 è la priorità principale: e dovrebbe esserlo anche di chi ci governa, per lasciare in eredità un pianeta migliore di quello che abbiamo oggi.