Si torna in aula senza mascherina. Anche se, alla fine dei conti, quello era il problema minore della scuola italiana, in tempi di pandemia e anche pre-Covid. A Bolzano prima campanella senza i dispositivi di protezione personale, dopo due anni di volti coperti. Gli esperti, però, sottolineano che oltre alle mascherine, potrebbero mancare in aula i docenti. Senza tralasciare i rincari non solo di bollette, che rischiano di far andare a scuola al freddo i nostri ragazzi, ma anche dei libri e del materiale scolastico. Sarà un salasso per le famiglie italiane. Però a scuola senza mascherina almeno i bambini e gli adolescenti potranno tornare a vedersi!
I ragazzi di Bolzano i primi a scuola senza mascherina
La prima campanella a suonare è stata quella delle scuole di Bolzano, mentre le ultime saranno quelle siciliane e valdostane. Anche in Lombardia e in Trentino si inizia presto, mentre le altre Regioni inizieranno con un calendario diversificato.
Quello che salta all’occhio è l’assenza di mascherine in questo nuovo anno scolastico. Un ritorno tra i banchi con misure anti Covid meno rigide, anche per quello che riguarda le quarantene. Torneranno anche i banchi uniti, così finalmente i nostri ragazzi potranno non solo vedersi in volto, ma anche poter avere un compagno di banco.
Mascherine, quarantene e distanziamento non saranno le uniche cose, però, a mancare in questo avvio di anno scolastico 2022/2023 che si preannuncia già delicato. E di certo non più solo per l’emergenza sanitaria.
A scuola mancano gli insegnanti
A lanciare l’allarme è l’Ugl (Unione Generale del Lavoro), citando alcuni dati del ministero dell’Istruzione. Pare che a pochi giorni dall’apertura delle aule scolastiche in tutta Italia non siano ancora stati trovati migliaia di insegnanti. Le cattedre potrebbero rimanere vuote nei primi giorni di scuola. Secondo il governo, in Italia mancherebbero 94mila docenti di ruolo e di sostegno. Ma c’è chi ipotizza che a rimanere vuoti potrebbero essere 150mila posti.
Tullia Bevilacqua, segretario Ugl dell’Emilia Romagna, sottolinea che non si può nemmeno più parlare di emergenza, dal momento che ogni anno è sempre la stessa storia che si ripete. E a rimetterci, come sempre, sono i nostri ragazzi, il cui diritto all’istruzione viene regolarmente calpestato.
Secondo l’ente, il 15 settembre, quando tutti gli studenti saranno tornati in aula, solo il 50% dei posti vacanti sarà coperto. “Dalle troppe cattedre vacanti al Nord, ai troppi aspiranti professori che risiedono al Sud e mal digeriscono trasferimenti, aspiranti sempre insufficienti rispetto ai posti disponibili. Ci sono poi i ritardi nella pubblicazione di alcune graduatorie o concorsi contestati. Un caos e anche questa volta si dovrà ricorrere ai supplenti con contratti a tempo determinato, con gli uffici scolastici chiamati a un superlavoro e la piaga del precariato che nel mondo della scuola non si riesce a debellare“.
Non solo rincari delle bollette, ma anche dei libri e del materiale scolastico
Abbiamo già visto come i rincari delle bollette di energia e gas abbiano spinto i presidi e le amministrazioni a valutare possibili rimedi per evitare di spendere troppi soldi. Ma questi non sono gli unici costi a essere diventati così alti negli ultimi tempi. Anche le famiglie italiane, già alle prese con spese extra e sorprese nelle bollette da pagare, dovranno fare i conti con l’aumento vertiginoso dei prezzi di libri e materiale scolastico utile per bambini e ragazzi.
Il consueto monitoraggio dell’Onf-Osservatorio Nazionale Federconsumatori, svela che i costi del materiale scolastico hanno subito un aumento medio del +4,3% rispetto al 2021. Con una spesa solo per il corredo di 571,60 euro per ogni alunno. A cui aggiungere il costo dei libri: in media ogni studente pagherà 481,94 euro per i testi obbligatori, a cui aggiungere anche i dizionari che hanno subito un aumento del 2%. I dati si riferiscono solo alle spese da affrontare alle medie e alle superiori e saranno più alte per gli alunni delle classi prime. Un vero e proprio salasso.