Le parole di Elisabetta Franchi risuonano nelle nostre orecchie come un rumore fastidioso, che pensavamo di non dover più sentire, non oggi. Eppure eccole lì a ricordarci che per gli imprenditori e le imprenditrici italiani assumere donne in età fertile non è conveniente, è una perdita, una rimessa. E se a dirlo è una donna fa ancora più male.
Vietato assumere donne in età fertile, il mantra di Elisabetta Franchi
Elisabetta Franchi è una famosa stilista italiana, che ha creato di fatto un impero. Recentemente si è lasciata andare a esternazioni che hanno sollevato un polverone incredibile.
Imprenditrice dell’anno 2021 e Cavaliere della Repubblica che veste le più belle donne del mondo non solo ha detto di preferire donne mature da assumere, che hanno già avuto figli e hanno “fatto la loro vita“, ma anche che così facendo può contare sulla loro operatività h24.
Elisabetta Franchi, in un intervento in occasione di un evento organizzato da Il Foglio sul tema “Donne e moda”, ha raccontato che preferisce assumere le donne over 40 per un motivo ben preciso. «Se dovevano far figli o sposarsi lo hanno già fatto e quindi io le prendo dopo tutti i giri di boa, sono al mio fianco e lavorano h24».
«Parlo dalla parte dell’imprenditore, quando metti una donna in una carica importante, se è molto importante poi non ti puoi permettere di non vederla arrivare per due anni. Perché quella posizione è scoperta e un imprenditore investe tempo, energia e danaro. Se ti viene a mancare è un problema. Anche io da imprenditore responsabile della mia azienda, spesso ho puntato su uomini».
Le donne messe in azienda sono “anta”, sono “ragazze cresciute”, sono “libere e tranquille”.
Il ruolo della donna
Quando poi parla del ruolo della donna, le cose si complicano ancora di più. «Io sono emiliana ed emancipata ma abbiamo un dovere che è nel nostro dna e non dobbiamo rinnegarlo. I figli li facciamo noi. “Incinto” ancora no, il camino in casa lo accendiamo noi ed è una grande responsabilità».
Secondo Elisabetta Franchi le sue parole sono state strumentalizzate
Dopo il polverone che si è levato soprattutto sui social, dove si parla di parole da Medioevo e si propone di boicottare il marchio, ecco che il brand ha cercato di mettere freno a tutto questo dissenso, con interventi che però hanno gettato benzina sul fuoco.
Su Instagram la stilista ha scritto ai suoi quasi 3 milioni di follower che l’80% dei suoi dipendenti è una quota rosa, il 7% sono giovani impiegate e il 5% dirigenti e manager, mentre il restante 20% uomini di cui il 5% manager. Per lei c’è stato un misunderstanding.
«C’è stato un grande fraintendimento per quello che sta girando sul web, strumentalizzando le parole, la mia azienda oggi è una realtà quasi completamente femminile». Quello che lei voleva dire è che «lo Stato italiano è ancora abbastanza assente, mancando le strutture e gli aiuti, le donne si trovano a dover scegliere tra famiglia e carriera. Chi riesce a conciliare famiglie e carriera è sottoposta a enormi sacrifici, come quelli che ho fatto io».