#Trashtag challenge: come ti ripulisco la spiaggia e partecipo ad una sfida social

In evidenza

Redazione i404
Redazione i404
i404 racconta com'è cambiato il mondo e dove sta andando. Quello che raccontiamo è un’opportunità.
Tempo di lettura stimato: 2 minuti

L’hashtag #trashtag su Instagram, mentre scriviamo, raccoglie 29.663 post da parte di chi, armato di spirito ambientale e buona volontà si è munito di sacchi e ramazza e si è dedicato alla pulizia di un’area mostrando gli scatti del prima e del dopo.
Una sfida social per avere un impatto positivo sull’ambiente.

L’idea sembra aver avuto origine da Byron Román, 53 anni, di Phoenix in Arizona, che ha postato i due scatti del before e after con l’aggiunta del testo “Ecco una bella sfida per voi ragazzi annoiati“.
In realtà l’hashtag gira in rete già dal 2015, quando l’invito fu lanciato dalla compagnia di illuminazione per esterni di Seattle Uco Gear.
L’hashtag al momento è usato più dagli stranieri, soprattutto americani. E specie negli ultimi giorni, impazza nel web.

Nadia Sarkes, studentessa inglese di 13 anni, si alza un’ora prima ogni mattina, inforca la bici e infila nel cestino tutta l’immondizia che trova lungo il tragitto. La chiamano trash girl.

Anche l’Italia può partecipare alla #trashtag challenge.

Abbiamo voluto fare qualche ricerca, per vedere come il Belpaese sta rispondendo a questa sfida social e utile a colpi di green blitz e hashtag social.

A Venezia Gondolieri sub, armati di maschera e bombole, si adoperano per liberare il canale dai rifiuti, specie dai pneumatici usati come parabordi. L’hashtag non c’è. Ma per noi ottiene comunque un posto d’onore nella gara.

I sub sono coinvolti in molte regioni d’Italia, come a Lampedusa, dove, sopra, sono state messe al bando le plastiche monouso e non biodegradabili e si fanno interventi in superficie, mentre, sotto, i centri diving della zona, insieme ad alcuni volontari sommozzatori dell’isola, si sono occupati della pulizia in profondità.

I pescherecci di Anzio, Roma, volontariamente si sono riuniti in un lavoro di squadra per liberare il mare da quella plastica che è un’insidia per i pesci e per l’ambiente in todo.