Estate a rischio non solo per il Coronavirus. La siccità rischia di metterci in ginocchio

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Redazione i404
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In questi giorni si parla molto dell’estate 2020. Di come sarà, di come affronteremo l’indispensabile convivenza con il Coronavirus, se potremo andare o no al mare e come. Le immagini di un’azienda che ha pensato di rinchiuderci in box di plexiglass sono un pugno allo stomaco.
Ma l’estate non è a rischio solo per quello che riguarda le vacanze e un importante settore economico come il turismo in Italia.
C’è un altro “virus” che rischia di metterci in ginocchio.
Si chiama siccità. Se non verrà adottata una strategia ad hoc e non verranno fatti i giusti stanziamenti, l’acqua sarà un problema enorme. E in una situazione dove già siamo in difficoltà, in profonda difficoltà, non possiamo aspettare. Bisogna agire subito. Perché l’acqua già scarseggia oggi.

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Photo by Paweł Czerwiński on Unsplash

La primavera più secca di sempre.

Negli ultimi 60 anni non abbiamo mai avuto una primavera così secca.
Secondo quanto rivelato dall’ultima analisi condotta da Meteo Expert-Meteo.it manca il 60% delle precipitazioni. Tra inizio marzo e la metà di aprile abbiamo avuto pochissima pioggia.
Il problema si aggrava di giorno in giorno, visto che già a gennaio in Italia la pioggia caduta è stata poca e limitata. La metà rispetto a quella che di solito ci si aspetta nello stesso periodo.
Secondo gli autori del rapporto in Italia manca tanta acqua come quella che potrebbe riempire l’intero Lago di Como.
A soffrire di più sono le regioni del Nord Italia, con un calo del 70% rispetto alla media stagionale. Ma soffrono anche le regioni del Centro e del Sud, dove si registra un deficit rispettivamente del 59% e del 41%, come sostenuto da Simone Abelli, meteorologo di Meteo Expert.

Questo 2020, che già è duro a causa dell’emergenza Coronavirus, lo sarà anche per scarsità di acqua. Da inizio anno sono mancati circa 23,4 miliardi di metri cubi di acqua. Al nord ne mancano 8,9 miliardi, al Centro 6,4 miliardi, al Sud 8,1 miliardi.
Cifre davvero impressionanti se si pensa che l’acqua è un bene assolutamente indispensabile. E fondamentale per la vita.

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Photo by Dan Gold on Unsplash

La siccità in Italia.

In questo momento tutta l’attenzione è dedicata alla crisi sanitaria provocata dall’infezione da Covid-19. Ma esistono altre emergenze che non si possono sottovalutare. La crisi idrica e la siccità sono problemi che devono essere affrontati subito, come sottolineato da Giovanni Valotti, presidente della Federazione Utilitalia, che unisce le aziende che lavorano nel settore dell’acqua, dell’ambiente, dell’energia elettrica e del gas.
L’inverno è stato molto secco. E la primavera è iniziata all’insegna dello stesso stato siccitoso. “Gli eventi siccitosi e quelli alluvionali non possono più essere considerati avvenimenti eccezionali ma eventi dalla ricorrenza ciclica, pertanto devono essere affrontati con interventi e processi strutturali sostenibili nel lungo periodo“.
In Italia abbiamo spesso affrontato negli ultimi anni momenti di difficoltà in questo senso. E mancano le scorte naturali di nevai, ghiacciai, falde, laghi. Abbiamo bisogno di acqua. E ne abbiamo sempre più bisogno.
In futuro dobbiamo aspettarci sempre più fenomeni climatici estremi, provocati anche dal riscaldamento globale e dall’emergenza climatica, che sembra aver rallentato la sua corsa proprio in seguito al dilagare dell’epidemia di Coronavirus.

Secondo la Federazione servirebbero 7,2 miliardi di euro per investimenti infrastrutturali, come serbatoi, approvvigionamenti, riuso delle acqua reflue, riduzione delle dispersioni, interconnessioni tra acquedotti.
In Italia dobbiamo migliorare le reti e gli impianti, che ormai sono troppo vecchi e causano uno spreco di acqua che non è più sostenibile. Si stima che le perdite siano superiori al 42%, anche a causa del fatto che il 60% delle infrastrutture ha più di 30 anni e il 25% più di 50 anni.

Il nostro Paese ha enormi problemi legati all’acqua: siccità d’estate, alluvioni in autunno, grandi rischi idrogeologici in molte aree territoriali. Così come fatto con il piano energia clima, serve un grande piano per la gestione della risorsa idrica, capace di delineare ambiziosi obiettivi per il futuro e di sfidare le imprese al loro raggiungimento.
Giovanni Valotti

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Photo by zhang kaiyv on Unsplash

Coldiretti lancia l’allarme.

Anche la Coldiretti lancia l’allarme. In Italia il livello del Po è lo stesso di Ferragosto. Le precipitazioni si sono dimezzate. E il 2020 sembra essere l’anno più caldo dal 1800, con temperature che sono più alte di 1,52 gradi rispetto alla media stagionale.
L’associazione ha analizzato i dati Isac Cnr che riguardano il primo trimestre dell’anno, scoprendo che i fiumi sono in secca al Nord e gli invasi sono svuotati al Sud. A rischio anche l’agricoltura e i prezzi del mercato alimentare che già hanno subito variazioni a causa del Coronavirus.

L’associazione sottolinea che molti agricoltori per correre ai ripari sono ricorsi alle irrigazioni di soccorso, in particolare per le coltivazioni di mais e barbabietola. Mentre frumento, pomodoro da industria, erba medica e ortaggi sono in stress idrico. Se continua così molte aziende non avranno l’acqua sufficiente per far crescere le colture.
Le precipitazioni subiscono un andamento anomalo provocato in larga parte da cambiamenti climatici, che provocano eventi estremi sempre più frequenti e sfasamenti stagionali che vanno a sconvolgere i normali cicli delle colture, avendo un impatto notevole sull’industria dedicata.

Ettore Prandini, presidente Coldiretti, spiega:

In un Paese comunque piovoso come l’Italia che per carenze infrastrutturali trattiene solo l’11% dell’acqua, occorre un cambio di passo nell’attività di prevenzione: bisogna evitare di dover costantemente rincorrere l’emergenza con interventi strutturali.

Come si risolve il problema? Diversi i passi da seguire ora, prima che sia troppo tardi, secondo l’associazione:

  • realizzare piccole oepre di contrasto al rischio idrogeologico
  • sistemazione e pulizia straordinaria degli argini dei fiumi
  • progett di ingegneria naturalistica
  • piano infrastrutturale per la creazione di piccoli invasi per raccogliere l’acqua piovana che altrimenti andrebbe perduta, ridistribuendola dove ce n’è bisogno
  • interventi di manutenzione, risparmio, recupero, riciclaggio delle acque

Senza dimenticare campagne per un uso corretto dell’acqua. Per evitare sprechi. E proteggere una delle risorse più preziose che abbiamo sulla terra.