Il caso tiene banco nel dibattito politico, dei tribunali e anche dei social, con due fazioni nette che sono venute a delinearsi, spesso non inclini a comprendere fino alla radice qual è il problema. Ci riferiamo, purtroppo, al caso della morte di Andrea Papi, il runner che ha perso la vita mentre correva nei boschi della Val di Sole che conosceva molto bene. Ad aggredirlo un’orsa, che vive in quelle zone ed era lì con i suoi cuccioli. Le analisi hanno identificato in JJ4 il nome dell’orsa colpevole della morte del runner.
Subito, oltre alla grande commozione per la scomparsa di una persona in un incidente terribile, sono nate due fazioni. Chi si scaglia nettamente contro l’orso, come il presidente della provincia, che vuole vendetta e uccidere mamma orsa. E chi lo difende, sottolineando che l’orso ha fatto l’orso, visto che era a casa sua, come le associazioni animaliste, che chiedono invece giustizia e che sia fatta chiarezza sulle responsabilità dell’incidente.
La linea è molto sottile. E in molti casi non si tiene in considerazione una cosa. Gli orsi in Trentino non c’erano più, erano scomparsi, in larga parte per colpa delle attività umane che ne hanno limitato l’habitat. Un giorno qualcuno ha deciso di reintrodurli, non tenendo conto che, però, la popolazione sarebbe cresciuta. E non mettendo in campo politiche idonee a mantenere serena la convivenza tra animali selvatici ed esseri umani.
Progetto Life Ursus, cos’è
Gli orsi in Trentino e sulle Alpi centrali non c’erano quasi più. Spariti con l’avanzare delle attività umane che ne hanno modificato gli habitat, mettendo a rischio la loro esistenza. Una ventina di anni fa il Progetto Life Ursus li ha reintrodotti, al fine di salvare gli orsi autoctoni prima di parlare di rischio di estinzione o di estinzione vera e propria.
L’idea è del 1992, quando è stato delineato il Piano faunistico del Parco nazionale Adamello Brenta. Quattro anni dopo il progetto è partito Parco Adamello Brenta con la collaborazione con la Provincia Autonoma di Trento e l’Istituto nazionale della Fauna Selvatica. Un programma finanziato dall’Unione Europea per riportare una piccola comunità di orsi bruni nelle zone del Trentino occidentale, Bolzano, Sondrio e Verona. Gli animali selvatici dovevano essere costantemente monitorati e seguiti, anche con radiocollari.
Tra il 1999 e il 2020 il Trentino ha importato 10 esemplari dalla Slovenia. L’ipotesi era quella che potessero far crescere la comunità di orsi, creando una comunità di circa 40-50 esemplari in 20 anni. Ma le cose sono sfuggite di mano, visto che oggi in Trentino vivono quasi un centinaio di orsi.