Cop28 di Dubai: polemiche per la conferenza sul Clima dell’Onu

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Patrizia Chimera
Patrizia Chimera
Giornalista pubblicista di attualità e lifestyle. Spirito zen, curiosità innata, ama sempre mettere tutto in discussione
Tempo di lettura stimato: 3 minuti
Cop28 di Dubai
Foto di Nikhil Kurian da Pixabay

A fine novembre 2023 e nei primi giorni di dicembre la Cop28 di Dubai permetterà di parlare ancora una volta di ambiente e climate change. La Conferenza sul clima dell’Onu ha sempre in serbo molte promesse, che nella maggior parte dei casi vengono disilluse. La speranza è che si trovi, prima o poi (soprattutto prima che sia troppo tardi), la strada giusta da perseguire per evitare che i cambiamenti climatici cambino per sempre il volto del nostro pianeta. L’unico che abbiamo a disposizione e che dovremmo difendere a spada tratta.

Le polemiche, in vista della Cop28 che si svolgerà nella città degli Emirati Arabi Uniti, non riguardano, però, solo l’ambiente e le aspettative che si spera non vengano disilluse. Gli occhi sono anche puntati sulle condizioni di lavoro degli operai che sono stati assunti nei cantieri che andranno a costruire gli edifici che ospiteranno gli incontri. Condizioni per nulla dignitose. E ai limiti dell’umano.

Quando si terrà la Cop28 di Dubai

La 28esima Conferenza delle Nazioni unite sui cambiamenti climatici (Cop28) si terrà a Dubai dal 30 novembre al 12 dicembre 2023. I principali leader del mondo sono attesi in un clima non proprio pacifico e non solo dal punto di vista ambientale: venti di guerra soffiano non solo più in Europa, ma anche in un Medioriente dove, purtroppo, ogni giorno a farne le spese sono vittime innocenti, soprattutto bambini.

Di cosa si parlerà

L’occasione non deve essere sprecata per fare il punto sui pochi passi in avanti fatti e sui tanti ritardi che non hanno permesso di ottenere risultati nella lotta ai cambiamenti climatici. Se in occasione della Cop21 la promessa era quella di ridurre le emissioni del 43% entro il 2030, stiamo assistendo a un aumento delle stesse. Ecco che alla Cop28 si cercherà di proporre altri tre importanti traguardi da raggiungere nei prossimi tre anni:

  • triplicare la produzione di energie rinnovabili
  • dimezzare l’energia consumata
  • raddoppiare l’idrogeno

Proprio in occasione della Cop28, sono tante le richieste che i Paesi faranno. E ovviamente non c’è ancora un accordo. Ad esempio, l’Unione Europea è intenzionata a chiedere un “phase out”, un abbandono delle fonti fossili “unabated”. Altri Paesi, invece, chiedono il “phase down“, una riduzione dell’uso di combustibili fossili. Il dibattito è aperto e, come sempre, trovare una via univoca da seguire non sarà facile. Del resto, i potenti del mondo avevano già fatto promesse in occasione dell’Accordo di Parigi: ma l’obiettivo di ridurre l’innalzamento della temperatura media globale ben al di sotto dei 2 gradi rispetto ai livelli preindustriali sembra un miraggio. Oggi più che mai, viste anche le crisi internazionali in Ucraina e Medioriente.

Grande attesa per Re Carlo III

Gli occhi saranno anche puntati su Re Carlo III. Dopo il divieto del primo ministro inglese Liz Truss a partecipare alla Cop27 in Egitto, il sovrano inglese sarà presente a Dubai. Il primo dicembre sarà suo il discorso di apertura al summit sul climate change. È stato lo stesso sceicco Mohamed bin Zayed Al Nahyan presidente degli Emirati a invitare l’erede di Elisabetta II d’Inghilterra alla Cop28. Il suo viaggio sarà anche appoggiato dal leader del Governo britannico, Rishi Sunak.

Foto di janrye da Pixabay

Il controsenso di una Conferenza per il clima a Dubai

Dubai è stata scelta per ospitare questo nuovo incontro in cui si parlerà del futuro del pianeta. E già in molti hanno storto il naso per la location scelta. La crisi climatica attualmente in atto è provocata proprio dalle attività umane sconsiderate, come l’uso di combustibili fossili come gas, petrolio, carbone, che aumentano le emissioni di CO2 e favoriscono un ulteriore innalzamento delle temperature terrestri. Gli Emirati Arabi Uniti sono un Paese che vive di fonti fossili non rinnovabili: per gli ambientalisti è un controsenso organizzare una Conferenza per il Clima in questo luogo.

Dubai
Foto di Olga Ozik da Pixabay

Inoltre, non è sfuggito il fatto che il presidente della Conferenza, Ahmed Al Jabber, è alla guida di Abu Dhabi National Oil Corporation, una compagnia petrolifera molto attiva. Come è possibile parlare di fonti rinnovabili e pulite, quando a capo della conferenza c’è il numero uno del petrolio locale?

Le accuse sulle condizioni di lavoro nei cantieri

A distanza di un mese dall’avvio dei lavori, l’organizzazione FairSquare con sede a Londra ha denunciato in un report le condizioni di lavoro pericolose e rischiose nei cantieri di Dubai che ospiterà gli incontri della Conferenza sul clima. In particolare, il gruppo lamenta il fatto che gli operai sono costretti a lavorare a temperature estreme all’aria aperta e in condizioni davvero rischiose, visto che non esistono misure di prevenzione.
A inizio settembre 2023 un lavoratore del cantiere di Expo City a Dubai ha rilasciato una dichiarazione al gruppo londinese di ricerca e difesa dei diritti umani. «Ovviamente ho mal di testa e mi sento stordito. Capita a tutti con questo caldo. Penso che questo clima non sia adatto agli esseri umani. Ma va bene; abbiamo un lavoro, possiamo provvedere alle nostre famiglie, veniamo pagati in tempo. Di che cos’altro abbiamo bisogno?».

Secondo un’indagine del gruppo, almeno una ventina di operai hanno eseguito lavori pesanti all’aperto con temperature elevatissime. Ci sono lavoratori che hanno ammess