A ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria. Questo è quello che sottolinea la terza legge della dinamica, o principio di azione e reazione. Ed è quello che avviene ogni qualvolta noi compiamo un gesto, un’azione, prendiamo una decisione. In ogni campo.
Ogni nostra azione si riflette sul pianeta che viviamo. E dovremmo sempre tenerlo a mente. La nostra impronta ecologica può avere ripercussioni importanti. Quella personale di ognuna di noi, ma anche quella di ogni attività umana, anche a livello industriale, che potrebbe comportare alti rischi per l’ambiente. Per questo è bene sapere come calcolarla e come compensarla.
Cos’è l’impronta ecologica
Il termine “impronta ecologica” si indica l’impatto di ogni persona sul pianeta, andando a calcolare quante risorse naturali andiamo a consumare continuando a seguire il nostro stile di vita, paragonando questo numero alle reali capacità della Terra di rigenerarle.
L’impronta ecologica, nel dettaglio, misura la capacità della Terra a rigenerare le risorse che consumiamo ogni giorno e di assorbire i rifiuti che produciamo. Ogni nostra azione ha un impatto sul pianeta, anche se spesso ne siamo inconsapevoli.
L’impronta ecologica si può calcolare a livello personale (le risorse che ognuno di noi spreca ogni giorno), a livello famigliare, a livello locale, anche come Amministrazioni, a livello nazionale o a livello mondiale. Grazie a questo semplice calcolo possiamo renderci conto di quanto il nostro stile di vita sia adeguato o meno per evitare che l’Overshoot Day, il giorno in cui tecnicamente gli esseri umani hanno terminato tutte le risorse a disposizione sulla Terra, anticipi sempre più. E per evitare di ritrovarci a vivere su un pianeta non più in grado di “sopportare” i nostri modelli di vita.
Il concetto è stato introdotto negli anni Novanta, dagli scienziati William Rees e Mathis Wackernagel. Nel libro del 1996 “Our Ecological Footprint: Reducing Human Impact on the Earth” spiegano perfettamente perché questo indicatore quantitativo è fondamentale per adottare comportamenti idonei a garantire un reale sviluppo sostenibile. E per comprendere cosa possiamo fare per evitare di avere un impatto troppo pesante.
Come si calcola l’impronta ecologica
Il calcolo non è semplicissimo. Bisogna tenere in considerazione le risorse naturali che consumiamo ogni giorno, valutando lo spazio che ogni persona occupa ed esprimendo il rapporto in chilogrammi per ettari (kg/ha). Ci sono studi che hanno calcolato che ognuno di noi ha sulla Terra a disposizione 1,5 ettari, suddivisi in 0,25 ettari di terreno agricolo, 0,6 di pascolo, 0,6 di foreste e 0,03 ettari di aree edificate.
A questo numero dobbiamo togliere la quota di territorio dedicata alla garanzia degli ecosistemi. E si arriva a un massimo di impronta ecologica di 1,7 ettari. Chi ne consuma di più, non sta adottando comportamenti sostenibili. Se tutta l’umanità ha un’impronta alta, un pianeta non basta più.
Per poter capire se abbiamo un’anima green o meno, basta tenere in considerazione ogni nostro scelta che compiamo ogni giorno: quello che mangiamo, come ci muoviamo, quanti rifiuti produciamo e quanta