Il governo giapponese ha deciso di disperdere nell’oceano Pacifico l’acqua contaminata filtrata che si trova nella centrale nucleare di Fukushima.
Ricorderai sicuramente il grave disastro nucleare che l’11 marzo 2011 si verificò in Giappone.
Da allora spesso si torna a parlare dell’incidente per l’impatto che ha avuto sull’ambiente e sulla salute umana.
Oggi se ne discute per una decisione che fa inorridire le associazioni ambientaliste di tutto il mondo.
Cosa dobbiamo sapere in merito a questa presa di posizione del governo giapponese?
Il disastro nucleare di Fukushima del 2011
Tutto ha inizio esattamente 10 anni fa. L’11 marzo del 2011 il Giappone è stato scosso da uno dei terremoti più potenti mai registrati in un paese ad alto rischio sismico. Ha avuto luogo al largo della costa orientale intorno alle 14.46, con una scossa di magnitudo 9.1 con epicentro a 97 chilometri di distanza dalla centrale nucleare di Fukushima Daiichi, che si trova a 220 chilometri a nord-est di Tokyo.
L’impianto ha reagito bene al sisma: i sistemi di sicurezza interrompendo le reazioni di fissione nucleare hanno scongiurato il peggio. Ma nessuno si aspettava lo tsunami che si è verificato in seguito al terremoto.
Un’ora dopo un’onda alta più di 14 metri ha causato un incidente nucleare definito catastrofico dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica. Solo Chernobyl aveva avuto prima questa classificazione.
A causa dello tsunami, nella centrale nucleare giapponese ha avuto luogo una parziale fusione dei noccioli di tre dei sei reattori presenti nella struttura costruita tra il 1971 e il 1979, con esplosioni che hanno rilasciato per chilometri intorno alla struttura polvere radioattiva. Per anni gli abitanti delle zone limitrofe non hanno potuto far ritorno alle loro case. Nessuna vittima è stata conteggiata nel disastro.
Dell’acqua contaminata di Fukushima se ne parlava già nel 2019
La decisione di riversare l’acqua di Fukushima nell’Oceano Pacifico non è nuova, ne parlavamo già un paio di anni fa. Yoshiaki Harada, ministro dell’ambiente giapponese, aveva ipotizzato che il milione di tonnellate di acqua radioattiva dei condotti di raffreddamento dei reattori poteva essere versata, gettandola in mare e facendola diluire nelle acque oceaniche.
Gli esperti interpellati avevano dato il via libera e Tepco attendeva solo il via libera del governo giapponese. All’epoca l’esecutivo sottolineò che quella era solo un’opinione del ministro, che bisognava valutare tutto con cura per capire potenziali rischi per l’ambiente.
Già all’epoca le associazioni ambientaliste erano insorte, come hanno fatto oggi dopo aver scoperto che alla fine il via libera del governo giapponese è arrivato.